Smart working, congedi retribuiti e bonus baby sitter: chi può accedere a sostegni per famiglie
Il nuovo decreto Covid del governo Draghi ha stanziato 290 milioni di euro per sostenere le famiglie con figli in didattica a distanza, attraverso diversi strumenti: smart working, congedi parentali e bonus baby sitter. Da lunedì 15 marzo più di mezza Italia è in zona rossa, con la conseguente chiusura delle scuole di ogni ordine e grado che riguarda 7 milioni di studenti, tra cui anche quelli più piccoli (come gli alunni delle elementari). Per quanto riguarda l’accesso a questi strumenti messi a disposizione del governo, saranno una o più circolari Inps a chiarire le modalità, ma intanto cerchiamo di capire chi può accedere allo smart working, al bonus baby sitter e ai congedi parentali retribuiti.
Cosa prevede il decreto Covid per le famiglie
Il decreto Covid prevede la possibilità, per i lavoratori dipendenti, di chiedere il ricorso allo smart working nel caso abbiano figli minori di 16 anni a casa per motivi legati al Covid (quarantena, infezione, scuole chiuse). Nei casi in cui non è possibile ricorrere al lavoro agile, si può accedere a un congedo retribuito al 50% per i figli minori di 14 anni, mentre per figli tra 14 e 16 anni il congedo non è retribuito. Può essere chiesto dall’uno o dall’altro genitore (possono alternarsi) per un periodo che corrisponde anche all’intera durata della sospensione dell’attività scolastica in presenza. La ministra della Famiglia, Elena Bonetti, ha spiegato che per i lavoratori autonomi, gli operatori sanitari e le forze dell’ordine viene invece previsto un bonus baby sitter che può arrivare fino a 100 euro a settimana.
Chi può chiedere di accedere allo smart working
Per tutto il periodo di sospensione della didattica per i figli con meno di 16 anni, i genitori possono chiedere di lavorare a distanza. La richiesta può essere avanzata solo se il figlio è convivente. Si può chiedere di accedere al lavoro agile anche solamente per una parte del tempo di lavoro. Lo stesso diritto vale per i genitori che hanno figli in quarantena o positivi al Covid.
Chi può ottenere i congedi parentali retribuiti
Nel caso in cui non sia possibile accedere al lavoro agile per il tipo di attività svolta, in caso di figli minori di 14 anni il genitore può astenersi dal lavoro per un periodo che può essere corrispondente anche a tutto quello della sospensione della didattica in presenza. La retribuzione in questo caso è pari al 50% e vale anche per i genitori che hanno figli con disabilità iscritti a qualsiasi scuola o ospitati nei centri diurni a carattere assistenziale per cui è stata prevista la chiusura. Vale lo stesso discorso per i casi di quarantena e di positività al Covid-19. Se i figli hanno tra i 14 e i 16 anni è possibile astenersi dal lavoro, ma in questo caso non sono previste retribuzioni o indennità.
Chi può chiedere il bonus baby sitter
Alcuni lavoratori possono invece accedere al bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per i figli conviventi minori di 14 anni: si tratta dei lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, dei lavoratori autonomi, del personale del comporto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, di medici, sanitari e infermieri, ma anche dei lavoratori autonomi non iscritti all’Inps, ma in questo caso serve una comunicazione da parte delle casse previdenziali del numero dei beneficiari. Il bonus baby sitter è utilizzabile solamente se l’altro genitore non usufruisce di tutele o congedi Covid e per un limite massimo di 100 euro a settimana, erogati attraverso il libretto famiglia. Il bonus può essere usato per il pagamento di centri estivi e di servizi integrativi per l’infanzia, servizi socio-educativi, centri con funzione ricreative.