Si ferma anche la Germania: il Pil cala dello 0,2%. E la Francia sta ancora peggio
Brutte notizie per l'intera Eurozona, quelle che arrivano dalle rilevazioni effettuate in Francia e Germania in queste ore. Per la prima volta dopo due anni di crescita senza freni, rallenta l'economia tedesca, con il prodotto interno lordo in flessione dello 0,2 percento. Un dato peggiore delle più caute previsioni, che immaginavano una flessione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Riviste al ribasso anche le stime di crescita annuali, che passano dallo 0,8% allo 0,7%. Insomma, segnali decisamente negativi, considerando che la quasi totalità degli analisti concordava nel fatto che questo 2014 dovesse essere l'anno della ripresa dell'intera Eurozona.
Tanto più che al dato tedesco bisogna aggiungere l'altra mazzata che arriva sulla testa del Presidente francese Francois Hollande. Parigi infatti è stata costretta a dimezzare le stime di crescita per il 2014, asserendo che il prodotto interno lordo dovrebbe crescere dello 0,5 percento e non dell'uno, come ipotizzato in precedenza. Ma non solo, poiché il Governo ha fatto sapere di non poter rispettare il limite del 3,8% nel deficit (le previsioni parlano di un rapporto oltre il 4%) e il ministro delle Finanze ha "lanciato un appello" alle istituzioni europee affinché aprano alla flessibilità nei conti pubblici, in modo da garantire ancora margini di azione e programmazione economico – finanziaria all'esecutivo in una "situazione eccezionale di crescita debole e bassa inflazione nell’intera zona euro".
Una linea che, come notato dai primi commentatori, sembra molto simile a quella del Governo italiano e che probabilmente renderà necessario un confronto a livello europeo, proprio con la cancelliera Merkel, ancora ferma sulla linea del rigore. Certo è che con le tre maggiori economie dell'area – Euro in sofferenza, un cambio di passo potrebbe essere necessario…