Se crolla l’Italia, fallisce tutta l’Europa. Per Fitch siamo già in recessione
“Un collasso finanziario ed economico dell'Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell'euro” queste le parole che si leggono in un comunicato diffuso dal governo italiano al termine del Consiglio dei ministri. Il virgolettato riporterebbe le espressioni utilizzate ufficiosamente dal presidente Nicolas Sarkozy e il cancelliere Angela a margine dell'incontro di ieri con il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti. Il comunicato continua sottolineando la fiducia espressa dai leader europei nei confronti del nuovo esecutivo tecnico e il sostegno al nostro paese, perché ci sarebbero “conseguenze imprevedibili” dallo stello del processo di integrazione europeista derivante da un tracollo finanziario.
L'agenzia di rating internazionale Fitch, però, getta benzina sul fuoco della speculazione economica internazionale con un comunicato in cui declassa otto banche italiane e dichiara che il paese “è già in recessione”. Colpiti dal downgrade la Banca Popolare di Milano, la Banca Popolare dell'Emilia Romagna, la Banca Popolare di Sondrio, il Credito Emiliano, il Credito Valtellinese, la Veneto Banca, la Banca Popolare di Vicenza e la Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio.
L'agenzia Fitch motiva il declassamento sostenendo che questi istituti bancari, nonostante i tentativi di riduzione della spesa, possiedono un modello di business troppo costoso a causa dell'eccessivo numero di filiali. Secondo l'agenzia, potrebbero esserci fusioni tra le banche di media e piccola grandezza, vista la loro scarsa incisività sugli scenari globali. Il 7 ottobre scorso, Fitch aveva ridotto il rating dell'Italia ad A+.
In giornata, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha ricevuto a Palazzo Chigi il commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn. Nell'incontro con i giornalisti, è stato sottolineato che la partnership tra Italia e Ue rimarrà salda per “superare la crisi”. Segno positivo, i fondamentali economici del paese sono solidi e “l'Italia è piena di talento e dinamismo”.
Il commissario Rehn ha dichiarato di aver accolto favorevolmente il nuovo programma del governo Monti e le sue priorità: “consolidamento fiscale e crescita”. Sottolineata anche la necessità di offrire opportunità ai giovani, perché “il Paese non ha bisogno solo del consolidamento finanziario”. Urgenza per il completamento delle riforme: liberalizzazione delle professioni, sveltimento dei procedimenti giudiziari e mobilità nel settore pubblico.
“Se lo spread continuerà ad essere così elevato a lungo avrà un impatto sull'economia” ha ricordato il commissario, ma senza toni catastrofisti: “Non vedo la tendenza a un crollo dell'euro. Stiamo lavorando per dare attuazione alle decisioni prese nel vertice dell'Eurozona. Non c'è motivo di fare congetture negative sul crollo dell'euro, l'Italia è un paese fondatore e ognuno farà la sua parte”.