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Sciopero dei buoni pasto, bar, ristoranti e supermercati: “Non li accettiamo, ci costano troppo”

Bar, ristoranti, alimentari, supermercati scioperano contro i buoni pasto, perché “economicamente insostenibili”. Le associazioni dei consumatori: “Allora i cittadini non facciano la spesa”.
A cura di Giacomo Andreoli
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Bar, ristoranti, supermercati ed ipermercati aderenti alle principali associazioni di categoria scioperano contro i buoni pasto. Domani, 15 giugno, tutti gli esercizi commerciali che fanno riferimento a Ancd Conad, Ancc Coop, Federdistribuzione, FiepeT-Confesercenti, Fida e Fipe-Confcommercio non accetteranno i ticket. Il motivo? Chiedere al governo una "riforma radicale e urgente" per rendere il servizio "economicamente sostenibile". In pratica con i buoni pasto gli esercizi commerciali guadagnano troppo poco, in un periodo caratterizzato da aumenti record di tutti i costi di produzione e distribuzione.

Secondo Federdistribuzione in Italia ci sono "commissioni non eque, le più alte d'Europa". Il presidente Alberto Frausin spiega che si tratta del "20% del valore nominale di ogni buono, con un meccanismo che fa pagare il conto dei risparmi statali alle nostre aziende". Lo sciopero durerà quindi per tutta la giornata di domani e sarà "solo l'inizio", come conferma Fipe-Confcommercio, di una serie di iniziative per spingere Consip a cambiare il meccanismo di gara con cui stabilisce il valore dei buoni.

Ma le associazioni dei consumatori non ci stanno. Secondo Adoc, Adiconsum, Assoutenti e Federconsumatori, lo sciopero di domani creerà un disservizio per lavoratori e famiglie. Quindi propongono un contro-sciopero, spingendo i cittadini a non fare la spesa o non andare a mangiare fuori per tutta la giornata di domani.

"Se la protesta contro le condizioni svantaggiose dei buoni pasto è corretta nelle sue motivazioni– dicono le associazioni in una nota- il soggetto contro cui viene attuato lo sciopero, ossia i consumatori, è del tutto errato, perché saranno solo gli utenti a pagare il prezzo di tale iniziativa". Ci si chiede dunque "perché le organizzazioni della Gdo e degli esercenti non abbiano pensato a proteste contro Consip e Mef, unici responsabili delle condizioni imposte sui ticket per la spesa". L'Unione nazionale dei consumatori annuncia infine che chiederà la revoca della convenzione per gli esercizi commerciali che scioperano. La motivazione ufficiale sarà: "grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali".

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