Riforma Pubblica Amministrazione: ecco come cambiano le partecipate
Cambiano le oltre 7.700 aziende partecipate italiane: tra le novità più importanti del decreto legislativo che attuerà la relativa riforma, il cui ok è previsto nel consiglio dei Ministri del prossimo 15 gennaio, c’è l’addio ai consigli di amministrazione nelle società a controllo pubblico, sia a livello locale che nazionale. L’indiscrezione è riportata da Repubblica che evidenzia la “pulizia delle poltrone” con l’arrivo dell'amministratore unico. Via quindi i Cda con tre o cinque membri, salvo "per specifiche ragioni di adeguatezza amministrativa". Tra gli altri cambiamenti previsti dal decreto c’è poi anche il fatto che le partecipate (sono 7.767 quelle attive, secondo i dati Istat di novembre riferiti al 2013 e solo due terzi è in pareggio o utile) potranno ufficialmente fallire (oggi la normativa non è chiara su questo punto) e che quelle che per tre anni non depositano i bilanci saranno cancellate dal registro delle imprese.
Le altre novità del decreto sulle partecipate
Entro un anno dall'entrata in vigore del provvedimento, saranno cancellate d'ufficio dal registro delle imprese quelle controllate che per tre anni consecutivi non hanno presentato bilanci o compiuto atti di gestione. Saranno fuse, razionalizzate o soppresse, le aziende prive di dipendenti, quelle in perdita per quattro dei cinque esercizi precedenti, quelle con un numero di amministratori maggiore rispetto a quello dei lavoratori e, ancora, quelle che non rispettano la nuova definizione di partecipata pubblica: una società che produce “un servizio di interesse generale” o progetta e realizza opere pubbliche o è comunque “strumentale” all’ente di riferimento.
Giro di vite per gli stipendi dei manager
La legge in approvazione in Cdm prevede nuovi limiti per gli stipendi dei manager, che dovranno essere "proporzionati alla qualificazione professionale e all'impegno di lavoro richiesti, nonché alla dimensione dell'impresa sociale", mentre la parte variabile del salario sarà commisurata ai risultati di bilancio raggiunti. E ancora, saranno interrotti gli incarichi ai pensionati e ci sarà il via libera alle azioni di responsabilità per danno erariale, patrimoniale e non patrimoniale, a carico dei manager. In più la direzione di tutte le società, comprese quelle legate al ministero dello Sviluppo, sarà accentrata sotto il ministero dell’Economia.