Reddito di cittadinanza, solo il 3,6% dei beneficiari ha trovato lavoro finora
Con la partenza della fase due del reddito di cittadinanza in netto ritardo una percentuale di questo genere era preventivabile: solo il 3,6% dei beneficiari che possono accedere al mondo del lavoro ha effettivamente trovato occupazione. I dati vengono forniti da Anpal Servizi. Sono 28.763 le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver iniziato a recepire il reddito di cittadinanza. Il dato è aggiornato al 10 dicembre (la misura è partita ad aprile) e secondo Anpal è segno dell’accelerazione che si è avuta nell’ultimo mese con un +63,6% rispetto alla precedente rilevazione del 21 ottobre. Il calcolo della percentuale di persone che hanno trovato un lavoro è presto fatto: in totale i beneficiari della misura occupabili sono 791.351. Se a trovare lavoro sono stati 28.763 vuol dire che la percentuale sul totale è del 3,63%. Dato che viene quindi calcolato non sul totale delle persone che ricevono l'assegno, ma solo su coloro i quali possono effettivamente essere occupati.
Chi sono i beneficiari del reddito che hanno trovato lavoro
Per quanto riguarda il tipo di lavoro, nel 67,2% dei casi di occupati si tratta di un contratto a tempo determinato, mentre per il 18% è un contratto a tempo indeterminato. Ancora, nel 3,8% dei casi è un apprendistato. Passando poi all’età, il 67,9% degli occupati ha un’età inferiore ai 45 anni. Ancora, il 58,6% sono uomini, mentre il 41,4% sono donne.
Reddito di cittadinanza, in quanti stanno cercando lavoro
Anpal Servizi fornisce anche un altro dato: al 13 dicembre sono stati attivati 422.947 beneficiari: si tratta di coloro i quali sono stati convocati dai centri per l’impiego per poter partecipare alla prima fase preparatoria del percorso finalizzata alla ricerca del lavoro e a ricevere un’offerta congrua. I lavoratori attivati sono il 53% del totale dei 791.351 avviabili al lavoro, ovvero quella parte dei beneficiari che sono ritenuti in grado di sottoscrivere un Patto per il lavoro. Gli altri beneficiari, infatti, sono ritenuti inabili al lavoro e per questo sottoscrivono il Patto per l’inclusione sociale.
Il percorso di inserimento al lavoro prevede la convocazione, il primo appuntamento, la verifica degli esoneri, la presa in carico e così si avvia il percorso personalizzato di accompagnamento al lavoro. Ad oggi questo percorso è stato iniziato da 331.614 beneficiari, ovvero il 78% dei convocati. Il tasso di chi ha trovato un lavoro sul totale di chi ha avviato questo percorso dopo la prima convocazione è quindi dell’8,7%. Gli esonerati sono invece 44.166, di questi si contano 7.713 rinviati al Patto per l’inclusione e 15.016 indicati come sanzionabili.
Sono stati finora sottoscritti 220.430 Patti di servizi, corrispondenti al 67% dei presenti alla prima convocazione. Secondo Anpal Servizi, quindi, la fase due del reddito di cittadinanza sta uscendo dal periodo di rodaggio (con le convocazioni iniziate a settembre) e sta entrando a regime, anche se in maniera non proprio spedita. Entro gennaio, spiegano ancora, partirà anche la misura di politica attiva dell’assegno di ricollocazione.