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Reddito di cittadinanza, cosa potrebbe cambiare: dalla scala di equivalenza ai requisiti

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sta valutando le possibili modifiche al reddito di cittadinanza. La priorità, nell’immediato, è quella di sostenere chi ha difficoltà economiche. Dopo, però, si dovrà valutare una differenziazione tra la parte relativa al sostegno e quella sul lavoro, con possibile modifiche che riguardano entrambe le questioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un tagliando per il reddito di cittadinanza. Una misura che già doveva scontare serie difficoltà per quanto riguarda la parte di politiche attive del lavoro, ma che ha subito un’ulteriore battuta d’arresto proprio per il lavoro a causa della pandemia e dello stop dell’attività dei centri per l’impiego. La strategia del neo-ministro del Lavoro, Andrea Orlando, secondo la Repubblica, sarebbe modulata in due tempi: prima sostenere subito chi ha problemi economici, poi passare alla formazione continua con un vero sistema di politiche attive. La prima mossa è stata istituire un comitato scientifico presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno: il suo compito sarà capire quali migliorie si possono apportare al reddito di cittadinanza e correggere quelli che vengono definiti meccanismi burocratici.

Reddito di cittadinanza, un miliardo con il decreto Sostegni

La separazione tra i due aspetti, cioè le politiche del lavoro e quelle contro la povertà, potrebbe avvenire solo in un secondo momento. La prima fase non può prescindere dall’emergenza economica, questa è la convinzione del nuovo corso del ministero del Lavoro. Difatti già nel decreto Sostegni arriverà un miliardo aggiuntivo per il reddito di cittadinanza. A cui si affiancheranno tre mensilità del reddito di emergenza, con un importo da 400 a 800 euro per i mesi di marzo, aprile e maggio. Intanto il reddito di cittadinanza verrà sospeso, senza decadere, per chi trova un lavoro retribuito sopra la soglia ricevuta fino a quel momento: poi il sostegno riprendere a fine contratto.

Nel decreto Sostegni si punterà molto sul reddito di emergenza e sulla sua revisione, escludendo le spese dell’affitto per ampliare la platea. Inoltre chi ha finito di ricevere i sussidi di disoccupazione tra luglio e febbraio potrà accedere alle tre mensilità indipendentemente dai requisiti di patrimonio e reddito. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, il numero di beneficiari è salito del 30%, arrivando a 1,2 milioni di famiglie. Aggiungendo i 422mila beneficiari del Rem e levando i casi in cui vengono percepite entrambe le misure orrivamo a 1,5 milioni di famiglie e 4,3 milioni di persone.

Come potrebbe cambiare il reddito di cittadinanza

Una delle modifiche a cui si pensa per quanto riguarda il reddito di cittadinanza è quella sul suo importo. La soglia dei 780 euro per la persona singola viene ritenuta squilibrata, soprattutto perché la scala di equivalenza non è considerata congrua. Singole e coppie recepiscono, in proporzione, più delle famiglie numerose. In più si ritiene che l’importo disincentivi il lavoro al Sud, retribuito poco, mentre è troppo basso al Nord. Inoltre vengono esclusi molti stranieri che non hanno il requisito dei dieci anni di residenza. Una modifica in questa direzione, quindi, sembra probabile. Ma è più complicato cambiare la scala di equivalenza: il rischio è che ci sia un taglio degli assegni per qualcuno. Per ora l’obiettivo più semplice resta quindi quello di differenziare la parte relativa all’assistenza a quella relativa al lavoro.

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