Reddito di cittadinanza, arriva il comitato scientifico: come potrebbe cambiare il sussidio
Qualche modifica è inevitabile: il reddito di cittadinanza cambierà pelle. Forse in modo molto parziale, ma che servano una “manutenzione” e un “adattamento” di questo strumento l’ha confermato ieri in audizione il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. D’altronde lo stesso ministro ha ricordato come la platea dei beneficiari, durante l’emergenza sanitaria ed economica, sia notevolmente cresciuta. E un adeguamento del reddito di cittadinanza sembra inevitabile, partendo dalla revisione degli “elementi che hanno creato distorsioni oltre a combattere chi non ha titolo per riceverlo”. Le modifiche potrebbero partire da un allargamento della platea ad alcune situazioni attualmente non tutelate. Inoltre, secondo Orlando, una revisione dopo la pandemia è inevitabile. L’allargamento della platea, peraltro, sembra essere stato già considerato dal decreto Sostegno, all’interno del quale dovrebbe essere inserito uno stanziamento aggiuntivo di un miliardo di euro proprio per il reddito di cittadinanza.
Orlando istituisce comitato scientifico per Rdc
Per valutare il funzionamento del reddito di cittadinanza ed eventuali modifiche, Orlando ha istituto un comitato scientifico per la valutazione della misura. A presiederlo è la sociologa Chiara Saraceno. A comporlo sono: la sociologa dell’ufficio Politiche sociali della Caritas, Nunzia De Capite, il capo della Direzione centrali studi e ricerche dell’Inps, Daniele Checchi, la professoressa ordinaria dell’università Sapienza di Roma, Paola Bozzao, il professore ordinario di Politica sociale dell’università di Trento, Cristiano Gori, il professore ordinario di Politica economica dell’Università Sapienza di Roma, Maurizio Franzini, il direttore generale per la lotta alla povertà e la programmazione sociale del ministero del Lavoro, Angelo Marano. In più ci saranno anche rappresentanti di Anpal e Inapp.
Come potrebbe cambiare il reddito di cittadinanza
Il comitato dovrà valutare come sta andando la misura e indicare eventuali modifiche per provare a migliorarla. Al momento è presto per capire quali possano essere queste modifiche, ma qualche ipotesi era già emersa nelle scorse settimane. Da una parte si era parlato di eliminare il requisito dei 10 anni per gli immigrati, diventando sufficiente il possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Dall’altra parte si era pensato di introdurre nuovi parametri per evitare di penalizzare eccessivamente le famiglie con più figli. L’obiettivo principali, però, resta quello di rendere il reddito di cittadinanza una misura più rivolta alla formazione e all’occupazione, oltre che un sussidio. Un’altra novità potrebbe riguardare i beneficiari idonei al lavoro: per loro potrebbe scattare qualche restrizione per il rinnovo dopo 18 mesi nel caso in cui non abbiano trovato un’occupazione. Infine si pensa anche a un premio per coloro i quali trovano invece un’occupazione durante il periodo in cui ricevono il sussidio.