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Pensioni

Quota 100, è scontro sull’anticipo pensionistico: “I renziani non governano da soli”

All’interno della maggioranza è scontro aperto sulla quota 100. Italia Viva chiede la sua abolizione, ma dal Movimento 5 Stelle arriva un chiaro ‘no’, con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che attacca: “I ‘renziani’ non governano da soli ma governano con una maggioranza”. In sostanza, la quota 100 per i pentastellati “non si tocca”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Sulla quota 100 è scontro aperto nel governo. In particolare tra il Movimento 5 Stelle e Italia Viva: i primi non vogliono toccare l’anticipo pensionistico, i secondi vorrebbero addirittura abolirlo. La questione si è riaperta oggi, dopo il vertice notturno sulla manovra. Ma parte della maggioranza vorrebbe richiuderla al più presto, a partire dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che non usa mezzi termini nei confronti degli esponenti di Italia Viva: “I ‘renziani' non governano da soli ma governano con una maggioranza”, puntualizza. La richiesta di abolire quota 100 è stata reiterata nelle ultime ore da alcuni esponenti di Iv, come Luigi Marattin, per poter reperire ulteriori risorse da impiegare nella legge di Bilancio.

Per Catalfo la quota 100 è “una misura sperimentale che va mantenuta così com’è fino alla sua naturale scadenza”. Per questo motivo il ministro esclude anche interventi sulle finestre di uscita dal lavoro, al contrario di quanto emerso negli ultimi giorni. Catalfo, inoltre, ritiene che la quota 100 debba arrivare alla sua naturale conclusione per poi essere sostituita da una “riforma previdenziale che superi definitivamente la Fornero per un sistema più giusto ed equo”. Assicura che non verrà abolita quota 100 anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "Il M5s non darà mai i voti per una legge di Bilancio che elimina quota 100 e crea esodati. In Parlamento non ci sono i voti per abolire quota 100. Resterà una poco felice fantasia di Italia Viva".

Conte e le modifiche alla quota 100: lavoriamo ai dettagli

Sulla quota 100 interviene anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che non esclude possibili modifiche alla misura: “Stiamo lavorando ai dettagli, siamo in contatto con i tecnici del Mef. Se riusciremo, come confido, a risolvere qualche piccolo dettaglio potremo andare stasera in Consiglio dei ministri, altrimenti, come sapete, il termine è domani”. Decisamente meno aperto a modifiche è il M5s, come sottolinea anche il ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone: “Stop alle logiche dell'austerity che finiscono per aggravare le cose quando il ciclo economico rallenta. Non torneremo alla Fornero. Non scaricheremo alcun costo sui cittadini”. Posizione espressa anche dal M5s con un post sul blog delle stelle: “È un pilastro dell’Italia di oggi e di domani, quota 100 non si tocca”.

Dal governo prova a distendere gli animi il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta: “Sulle pensioni e quota 100 c’è una discussione comprensibile in una manovra di bilancio complessa. Ci sono dei punti che vanno composti: ieri abbiamo fatto un importante incontro al Mef con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, credo che in giornata si risolverà. Troveremo una soluzione”. Chi, invece, continua a chiedere una soluzione drastica è Italia Viva, con il suo capogruppo al Senato, Davide Faraone: “Quota 100 rafforza la pensione di chi una pensione ce l'ha già, mentre ci sono generazioni, quelle nate dagli anni '70 in poi, che rischiano di non averle o averle da fame. Le risorse destinate a quota 100 devono andare alle nuove generazioni, ai lavoratori, alle famiglie. Anche i papà e i nonni sarebbero più contenti”.

I risparmi derivanti dalla quota 100

La quota 100 ha visto meno adesioni di quante il precedente governo si attendeva. Una notizia positiva per i conti dello Stato, con risparmi – anche ingenti – per le casse governative. Per quanto riguarda le cifre, è il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, a sottolineare – a margine della presentazione del progetto Inps per tutti – come si tratti di numeri attorno ai due miliardi di euro sia nel 2020 che nel 2021. Risparmi “importanti” dovuti al fatto che “c’è stata un’adesione inferiore rispetto a quanto previsto”. L’adesione all’anticipo pensionistico, ricorda ancora Tridico, “è stata inferiore alle attese e la ragioneria aveva stimato un numero più alto”. Ma sulla scelta di tenerla o abolirla, Tridico non interviene: “Non tocca a me l’onere della decisione”.

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