Quanto costano i servizi pubblici? Si paga di più a Napoli, Palermo, Genova e Cagliari
Con la manovra economica che si discute, che avanza e che poi si arresta, controllare le tasche – personali, di aziende e di stati – è diventata pratica diffusa ed improvvisamente virtuosa. E così torna di attualità la spesa degli italiani per le utenze sulla base di rilevamenti e statistiche Istat. Il quadro che ne viene fuori è poco incoraggiante e rappresenta ancora una volta un paese diviso, in cui paga tanto chi gode dei servizi peggiori.
RIFIUTI. Il caso di scuola viene da Napoli, in cui la Tarsu, ovvero la tassa sull’immondizia, ha il costo maggiore in Italia.Non si tratta di una scoperta recente, ma la richiamiamo qui proprio per rappresentare la distanza tra il servizio pagato e la sua qualità. Nel capoluogo campano un appartamento di 80 metri quadrati comporta una tassa di 331 euro, mentre a Firenze si ferma a soli 135 euro. Rispetto alle media nazionale, la Tarsu napoletana costa il 48,4% in più.
TRASPORTI PUBBLICI. Ma Napoli non è l’unica città del sud in cui i servizi costano più di quanto siano resi ai cittadini. Secondo dati forniti dal Ministero dello Sviluppo economico e da Unioncamere, infatti, i trasporti pubblici di Palermo, pur non brillando per efficienza, sono quelli più costosi, imponendo una spesa di ben 515 euro per 10 abbonamenti mensili e 48 biglietti orari. Seguono Genova (398), Napoli (396) e Milano (338).
ACQUA, LUCE, GAS E RIFIUTI. Prendendo un paniere di servizi comprensivo di acqua, luce, gas e raccolta rifiuti a pagare più di tutti è Cagliari (3.108 euro all'anno), su cui tuttavia pesa il costo di collegamento dei gasdotti. In rapporto alle difficoltà di trasporto, dunque, costa di più – ancora una volta – Palermo (2.633 euro), seguita da Genova (2.559) e Napoli (2.537).
IL PESO SUL PIL. Se rapporto al Pil pro capite, i cittadini che spendono di più rispetto al proprio portafoglio abitano a Napoli (16,1% del Pil pro capite), mentre a Milano si preleva appena il 6%.