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Quali sono le scadenze per il 2022 del Pnrr e quanti soldi arriveranno all’Italia

In tutto ci sono 100 scadenze da centrare: spiccano la riforma della scuola e del codice degli appalti, oltre agli investimenti miliardari in idrogeno e banda ultra-larga. Ecco gli obiettivi da realizzare entro il 2022 del Pnrr.
A cura di Giacomo Andreoli
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L'esecutivo Draghi è sopravvissuto alla partita del Quirinale, ma ora quella del governo si fa ancora più dura, a partire dai dossier economici. Quest'anno, infatti, sono 100 le scadenze del Pnrr da rispettare, il doppio del 2021 (in cui erano in tutto 51). Si tratta per la precisione di 83 milestone e 17 target. I primi sono obiettivi qualitativi, una sorta di traguardi generici, mentre i secondi sono di natura quantitativa: finalizzazione di progetti, leggi e appalti. Lo scorso anno l'Italia ha dovuto raggiungere quasi tutti traguardi generali, creando il quadro giuridico e tecnico per mettere a terra i vari progetti.

Senza risultati concreti i miliardi dell'Europa sono a rischio. Per ottenere a inizio luglio la prima tranche del 2022 (la seconda del Pnrr), che vale 24,1 miliardi, l'Italia dovrà realizzare 1 solo target (assieme a 44 milestone). Più difficile sarà ricevere la seconda (terza del Pnrr) da 21,8. Entro fine anno, infatti, ci saranno molti più obiettivi specifici da raggiungere, ben 16, assieme a 39 milestone. Sono poi previste 66 riforme, di cui 23 leggi e 43 decreti attuativi.

Entro il 30 giugno bisogna approvare la riforma della carriera degli insegnanti (con un nuovo sistema di reclutamento) e portare a termine la delega sul nuovo codice degli appalti. E ancora: ministero della Salute e Regioni dovranno definire il piano per riorganizzare l'assistenza sanitaria territoriale. Entro dicembre, invece, si dovrà mettere a punto: la legge annuale sulla concorrenza (dopo le fibrillazioni in maggioranza causate dalla riforma precedente, con i nodi delle licenze ai taxisti e delle concessioni ai balneari); nuovi meccanismi di incentivo alle imprese; un sistema di certificazione della parità di genere e uno per formare meglio i lavoratori della scuola. C'è poi da concludere la riforma del pubblico impiego, a cui mancano ancora quattro decreti attuativi. Per tutti i progetti escludono modifiche sostanziali dell'ultim'ora.

Pnrr, i primi obiettivi da centrare quest'anno

Tra i primi obiettivi da centrare spiccano: lo sviluppo dei servizi digitali per i visitatori dei parchi nazionali e delle aree marine protette; investimenti per aumentare la competitività delle filiere produttive; una mappa degli insediamenti agricoli abusivi per contrastare il caporalato; l'entrata in vigore del piano operativo relativo ai progetti per assegnare gli alloggi di edilizia popolare. Allo stato attuale, invece, sono già due i milestone del 2022 completati: l'assegnazione di 3,4 miliardi ai comuni per la rigenerazione urbana e la semplificazione delle norme per la manutenzione delle infrastrutture del sistema idrico.

Quanto ai target da centrare entro fine anno, ci sono: l'avvio delle procedure per l'assunzione di personale nei tribunali civili, penali e amministrativi; l’assegnazione finale degli appalti per la realizzazione dei porti green; e la destinazione di almeno 300 borse di studio a giovani ricercatori.

Pnrr, nel 2022 investimenti miliardari in idrogeno e banda ultra-larga

Non solo: tra gli obiettivi specifici da raggiungere spicca anche l'aggiudicazione di tutti i contratti di ricerca sull’idrogeno e degli appalti legati ai progetti sulla banda ultra-larga nelle aree italiane rimaste scoperte. Si tratta di investimenti che valgono in tutto circa 7 miliardi di euro. Quanto alla rigenerazione urbana sono già state finanziate quasi duemila opere nelle città: piste ciclabili, campiscuola, teatri e parchi. Saranno i sindaci a dover completare tutto entro i prossimi anni, data ultima il 30 giugno 2026.

Tra i ministeri, dunque, ad avere più incombenze (circa 14 scadenze) sarà quello della Transizione ecologica di Cingolani, seguito dal dicastero dei Trasporti di Giovannini (13 obiettivi) e dal ministero della Salute di Speranza (con 8 scadenze).

In corso il controllo di Bruxelles sui fondi dello scorso anno

Intanto la Commissione europea è al lavoro per validare la tranche di fondi arrivata all'Italia a dicembre: circa 21 miliardi divisi equamente tra sovvenzioni e prestiti. Il commissario per gli Affari Economici Paolo Gentiloni ha firmato gli "operational arrangements", che aprono la partita delle verifiche per lo sblocco definitivo dei soldi al nostro Paese. L'ultimo via libera arriverà tra due o tre mesi, con i commissari che dovranno validare i 51 obiettivi raggiunti dall'Italia nel 2021. Ad avere l'ultima parola, però, sarà un comitato di esperti consulenti dell'esecutivo di Bruxelles.

A giugno la stessa Commissione deciderà infine se applicare il "decalage" del Pnrr,  cioè la redistribuzione dei fondi tra i Paesi membri dell'Ue. L'Italia, che è cresciuta più delle attese, mentre Spagna e Germania facevano peggio, rischia di vedere diminuire la quota di 60 miliardi soggetta a questo meccanismo: circa un terzo dei soldi del Next Generation Ue destinati a Roma.

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