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Prestito forzoso: il provvedimento che farebbe bene allo Stato, ai mercati e ai cittadini

Obbligare i super ricchi a comprare i titoli di Stato italiani a tassi tedeschi: una misura equa che farebbe bene davvero a tutti, ma che Monti sembra non considerare. Almeno per ora.
A cura di Alfonso Biondi
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Operatore di borsa

Lunedì, qualcuno ipotizza addirittura domani, la manovra targata Mario Monti sarà sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Il provvedimento avrà una portata di circa 25 miliardi di euro e sulle principali misure che andranno a comporlo i dubbi sembrano essere davvero pochi: reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, tagli alla sanità, liberalizzazioni, tasse sul lusso, probabile aumento della tracciabilità per contrastare l'evasione fiscale, pacchetto pensioni. Altri sacrifici, altri danari che gli italiani dovranno sborsare sperando che l'agognato pareggio di bilancio nel 2013 arrivi davvero.

Ici e pensioni: le direzione è giusta?

Ma questi quattrini non potevano essere reperiti diversamente? Le perplessità non sono concentrate su provvedimenti come le liberalizzazioni, la tracciabilità o la tassa sul lusso che, banalizzando all'estremo, colpiranno le classi più abbienti; i dubbi, piuttosto,  riguardano l'Ici sulla prima casa e il pacchetto pensioni, misure che potrebbero avere effetti negativi soprattutto sulle classi medio-basse. Se sull'Ici, definita "anomalia tutta italiana", non mancano le aperture; sulle pensioni- che, tra le altre cose, l'anno prossimo potrebbero non venire adeguate all'inflazione –i sindacati sono pronti a dare battaglia. Il governo, però, i soldi deve trovarli da qualche parte. Ecco quindi che qualcuno avanza una proposta da prendere in assoluta considerazione: quella di un prestito forzoso. Si tratterebbe di una sorta di patrimoniale che diversi economisti, come ad esempio Jean Paul Fitoussi, identificano come la soluzione di tutti i problemi.

Prestito forzoso: istruzioni per l'uso

Il prestito forzoso è semplicemente una sottoscrizione di titoli di Stato imposta ai cittadini. In altre parole, lo Stato in difficoltà obbliga i cittadini più ricchi ad acquistare parte del suo debito a un tasso di rendimento anche diverso da quello di mercato. Pensiamo un attimo al nostro Paese. Come sappiamo lo spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi oscilla attualmente tra i 450 e i 500 punti, motivo per cui siamo costretti a remunerare i nostri investitori con tassi d'interesse altissimi che vanno dal 6,5% all'8%. Lo Stato italiano potrebbe individuare i cittadini con patrimoni molto cospicui, ad esempio sopra il milione e mezzo di euro, e costringerli a investire una piccola parte del loro patrimonio (magari lo 0,5%) in titoli di Stato a 5 o a 10 anni con un rendimento equiparato a quello dei bund tedeschi (poco più del 2%). Il prestito forzoso potrebbe riguardare buoni di Stato per un cifra vicina ai 50 miliardi. In questo caso lo Stato risparmierebbe una valanga di quattrini (3-4 miliardi di euro) di interessi sul debito, oltre a dare un'importante prova di forza e di ricchezza ai mercati, calmierando lo spread. Un prestito forzoso potrebbe essere la soluzione giusta, anche considerando le prospettive tutt'altro che rosee per il nostro Paese: mentre nel 2009 e 2010 il Tesoro pagava annualmente 71-72 miliardi di interessi sul debito, l'anno prossimo raggiungeremo i 90 e di, questo passo, non è escluso che tra qualche anno si arrivi a quota 120-130 miliardi.  Un provvedimento del genere andrebbe anche nel verso della tanto sbandierata equità, dato che chiederebbe di investire in Btp a chi ne ha davvero la possibilità. Perché non pensarci?

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