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Pnrr, la Corte dei Conti dice che nel primo semestre 2024 il piano è in linea con l’attuazione

L’attuazione del Pnrr nel primo semestre 2024 risulta in “linea con la programmazione”. È il parere della Corte dei Conti pubblicato all’interno della relazione semestrale sullo stato di avanzamento del Piano. Sono 15 invece, gli investimenti con “un grado di complessità attuativa alto”. Ma i magistrati contabili rassicurano: “già avviati i necessari interventi correttivi”.
A cura di Giulia Casula
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Lo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nel primo semestre 2024 risulta "in linea con la programmazione". Lo certifica la Corte dei Conti all'interno della sua relazione semestrale in cui si legge: "sulla base delle rilevazioni di metà marzo, tra gli obiettivi ancora da conseguire le Amministrazioni titolari assegnavano solamente a 2 scadenze un grado di complessità attuativa alto". Sarebbero quindici invece gli investimenti, pari al 7% delle misure da completare, in cui ancora i magistrati contabili hanno riscontrato "un grado di complessità attuativa alto, ma sono già avviati i necessari interventi correttivi".

"Il raggiungimento di un assetto auspicabilmente definitivo delle misure e degli obiettivi del Pnrr, insieme alle novità introdotte con il recente decreto legge n 19 per il rafforzamento delle procedure e delle strutture amministrative, costituiscono elementi positivi che possono imprimere slancio al percorso attuativo di investimenti e riforme, arricchiti dalle ulteriori risorse finanziarie acquisite nel quadro della revisione e in vista della sensibile accelerazione della spesa attesa nel biennio finale del piano", ha aggiunto la Corte. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento della spesa prevista per il Pnrr l'Italia "si colloca in una fase ancora iniziale (con un tasso inferiore al 15% e in media fermo al 3%)". Ma per i magistrati contabili il tasso di spesa più basso non sarebbe un problema in quanto probabilmente "dovuto o ad una concentrazione della spesa nella seconda parte del piano o a criticità attuative di altro genere come le procedure amministrative".

Negli scorsi giorni l'Osservatorio Recovery Plan di Fondazione Promo Pa e Università di Tor Vergata avevano rilevato alcuni ritardi nella realizzazione dei 39 obiettivi connessi al pagamento della sesta rata del Pnrr, pari a 9,2 miliardi di euro. In particolare, risultava raggiunto solamente il 28% dei target previsti in sede europea. Il 72% delle misure ancora da completare o parzialmente completate riguardava principalmente investimenti relativi alla Transizione 5.0, ad alcuni interventi infrastrutturali nel Mezzogiorno, all'aggiudicazione dei contratti per la Linea Adriatica e alla riduzione delle discariche abusive.  In merito ai dati pubblicati dall'Osservatorio il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto era poi intervenuto criticando l'analisi come "priva di fondamento tecnico, facilmente smentibile con la semplice lettura delle informazioni contenute nello stesso articolo, superate dal decreto Pnrr già convertito in legge , che consente all'Italia di raggiungere gli obiettivi programmati".

Il ministro si era detto "sereno e fiducioso, consapevole che i fatti smentiranno i processi alle intenzioni ed ipotesi che risultano infondate. Tutte le amministrazioni sono impegnate al raggiungimento degli obiettivi della sesta e della settima rata del Piano, fermo restando che le scadenze intermedie non sono rilevanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi europei del 2024".

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