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Pil in calo soprattutto al Sud. Scende del 7,3% il settore primario nel Nord-est

Sono stati pubblicati i dati Istat sul Pil Italiano del 2012. Il calo risulta abbastanza omogeneo in tutta Italia con un picco nel Sud. Soffrono il settore primario nel Nord-est e il settore industriale nel Centro.
A cura di Laura Murino
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L’Istat ha pubblicato i dati sul Pil, Prodotto Interno Lordo, relativi al 2012. Il calo maggiore si è registrato nel Mezzogiorno dove il Pil è diminuito del 2,8%. Anche nella zona nord-orientale c’è stata una significativa diminuzione del 2,4 %. L’Istat ha precisato che questi risultati confermano quanto già riscontrato dall'analisi dei dati relativi ai conti nazionali, cioè che c’era stata una riduzione del Pil nazionale del 2,4 %. A stemperare il forte calo che si è registrato nel Sud Italia e nel Nord-est sono stati i risultati del Nord-ovest, con un calo del 2,1% e del Centro con una discesa del 2,3% che restano sotto la media nazionale. Il Nord-est ha registrato fortissimi cali del valore aggiunto soprattutto del settore primario, col -7,3%, e di quello industriale con una diminuzione del 3,9%. Il settore turistico resiste con una riduzione di solo l’1%. Il calo del valore aggiunto dell’industria ha raggiunto livelli preoccupanti soprattutto nel Centro, dove si è registrata una diminuzione del 6%. Il Sud, invece, distribuisce il calo del Pil, il peggiore d’Italia, nei diversi settori raggiungendo una riduzione del valore aggiunto del 3,4 % del settore primario, che risulta quindi essere inferiore alla media nazionale.

I risultati dello studio Istat fanno emergere una realtà preoccupante nel settore industriale soprattutto per il Centro e il Sud Italia che hanno registrato i cali maggiore. Mentre per il settore primario, che includono l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca, la situazione più negativa è stata rilevata nel Nord-est d’Italia, seguita dal Centro. Il settore che rivela aver sofferto meno è il settore terziario per il quale il calo maggiore si è registrato nel Sud Italia con un 1,8% per i servizi.

La variazione dell’occupazione italiana non ha mostrato particolari picchi. Continua a calare ma con una diminuzione dell’1,1%. Il dato peggiore viene registrato nel Sud Italia dove la riduzione è dell’1,4 %. Il Centro-Nord non registra una perdita di lavoro particolarmente elevata. Se nel Nord-est il calo è dell’0,8%, nel Centro e nel Nord-ovest la diminuzione dell’occupazione è dell’1%. Tuttavia è da sottolineare la grande disparità territoriale per quanto concerne il settore industriale. L’occupazione in suddetto settore ha registrato cali del 3,6% nel Sud e del 4,4% nel Centro. Il Nord riesce ha tamponare la crescita della disoccupazione mantenendo la perdita occupazionale entro il 2,4% nel Nord-est. (Dati Istat)

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