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Pil crollati sia per l’Italia che per l’Eurozona: i dati Istat e Eurostat

I dati Istat ed Eurostat rivelano la condizione drammatica degli indicatori economici in Italia e nel resto d’Europa. E secondo la Bce una ripresa potrebbe esserci solo a partire dalla seconda metà del 2013…
A cura di Davide Falcioni
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Continua ad aggravarsi la recessione italiana. Nel 2012, infatti, il prodotto interno lordo è calato del 2,2% rispetto all'anno precedente. A diffondere la notizia è l'Istat. Nel quarto trimestre dello scorso anno il Pil è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,7% nei confronti del quarto del 2011. Si tratta del sesto trimestre consecutivo in cui si registra una flessione del prodotto interno lordo e una situazione analoga si era verificata solo a cavallo tra il 1992 e il 1993. Secondo l'Istat il calo congiunturale del Pil nel quarto trimestre 2012 "è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti i comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi".

Ma a star male è tuttal'Eurozona, dove secondo Eurostat il Pil è sceso dello 0,6% nel quarto trimestre del 2012. Si tratta del peggior dato dal primo trimestre 2009 (-2,8%), quando arrivò in Europa l'ondata del fallimento di Lehman Brothers. Già nel trimestre successivo il calo era stato molto ridimensionato (-0,3%).

Secondo la Banca Centrale Europea la crescita economica dell'Eurozona continuerà ad essere "debole nella prima parte del 2013" ma poi "dovrebbe recuperare gradualmente, sostenuta da una politica monetaria accomodante" della Bce, "dal miglioramento del clima di fiducia nei mercati e dalla loro minore frammentazione. I rischi per le prospettive economiche dell'area dell'euro continuano a essere orientati al ribasso",continua la Bce, che poi spiega che "sono connessi alla possibilità di una domanda interna e di esportazioni più deboli delle attese, a una lenta attuazione delle riforme strutturali nell'area dell'euro, nonché ai problemi geopolitici e agli squilibri presenti nei principali paesi industrializzati".

La Banca Centrale ha anche menzionato la drammatica situazione occupazionale, spiegando che la crisi economica ha colpito "duramente i lavoratori giovani e scarsamente qualificati. Ciò evidenzia la necessità di ulteriori riforme strutturali e interventi sul fronte delle politiche per affrontare la situazione". I giovani, spiega Francoforte, sono più vulnerabili al licenziamento, sono meno protetti rispetto ai lavoratori più anziani ed occupati con maggiore probabilità in posizioni temporanee.

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