Finanziari ancora sotto i riflettori in Europa e a Milano in particolare, dove a metà giornata Intesa Sanpaolo, già ieri sospesa per eccesso di rialzo, continua a volare azzerando così le perdite dell’ultimo mese, davanti ad altri titoli del comparto come Ubi Banca e Bpm (per la quale il mercato fiuta aria di ribaltone ai vertici). A mettere di buon umore i listini (Piazza Affari guadagna a metà giornata oltre il 3%) è l’ipotesi di un taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce), che con troppa precipitazione li ha alzati da inizio anno dall’1% all’1,5% e potrebbe ora limarli di almeno un quarto di punto, o incrementare i propri acquisti di titoli di stato sul mercato continuando inoltre a garantire liquidità sostanzialmente illimitata alle banche del vecchio continente
Il tutto mentre passa quasi sotto silenzio il fatto che il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, abbia già smentito che la Germania sia disponibile ad avallare il presunto piano di intervento da 3 mila miliardi di euro che vedrebbe il G20 impegnato a fianco della Ue e della Bce per risolvere una volta per tutte la crisi del debito greco creando le condizioni per accettare un default “pilotato” dei titoli di Atene senza troppi danni per le banche del vecchio continente né contraccolpi eccessivi per le economie di altri paesi a cominciare dagli Stati Uniti.
Un piano che, al di là della possibile reazione (negativa) delle agenzie di rating, presupporrebbe un ulteriore incremento sostanzioso della dotazione del fondo “salva stati” europeo Efsf, le cui disponibilità sono state alzate a 440 miliardi in luglio (il processo di ratifica da parte dei parlamenti dei Diciassette è ancora in corso) che stride con la necessità di “austerity” che sta portando alcuni stati a valutare l’ipotesi di far cassa con nuove privatizzazioni per non deprimere ulteriormente i consumi con altri aumenti delle imposte. A dirla tutta la sensazione di molti operatori è che autorità ed “esperti” per ora non abbiano uno straccio di idea sul come far ripartire l’economia e preferiscano prendere tempo anestetizzando i mercati a colpi di liquidità e annunci ad effetto, così da dare tempo alle banche europee di ridurre la propria esposizione e ricapitalizzarsi ulteriormente.
Tutto questo è ammirevole ma potrebbe non bastare, visto che le misure fin qui varate sono fortemente pro-cicliche proprio nel momento peggiore in cui potrebbero esserlo, quello in cui una debole ripresa sembra stia per lasciare spazio a una nuova frenata economica. Secondo gli esperti della banca d'affari americana Jp Morgan, ad esempio, nel 2012 il Pil di Eurolandia rischia di calare dello 0,5% complessivo (anziché crescere dello 0,9% come si attendevano finora gli analisti americani), con la Grecia che rischia di registrare un Pil in calo del 5,9% e l’Italia tra i paesi in recessione (la stima parla di un calo dell’1,2% del Pil italiano), mentre la “locomotiva” Germania faticherà a registrare una crescita sia pure minima. La recessione è insomma dietro l’angolo, anzi secondo gli analisti americani dovrebbe iniziare, per l’Italia, già nel corso del trimestre in corso e durare i quattro trimestri successivi, quando gli effetti recessivi della manovra appena approvata si faranno sentire pienamente.
Considerando che solo per mantenere invariato il tasso di occupazione all’economia italiana occorre una crescita che gli economisti stimano attorno all’1% annuo del Pil paiono evidenti i rischi di un’ulteriore contrazione del mercato del lavoro. Da qui a possibili contraccolpi al reddito disponibile e ai consumi il passo è breve, a ulteriore conferma dei rischi che corre l’economia del Belpaese. Che Piazza Affari festeggi oggi è certamente qualcosa di positivo dopo tante brutte notizie, che possa continuare a farlo a lungo è tutt’altro che scontato.