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Piazza Affari guadagna lo 0,4%, lo spread scende sotto i 500 punti

Nessun tracollo sui mercati finanziari dopo il declassamento di Italia e Francia da parte di Standard & Poor’s. Spread sotto i 500 punti, a quota 483.
A cura di Alfonso Biondi
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Sui mercati europei la settimana inizia all'insegna dell'incertezza. A metà mattinata le borse di Milano e Francoforte fanno registrare un rialzo dello 0,4%, Parigi dello 0,3%, Londra dello 0,2%; in avvio di seduta, però, le stesse piazze facevano segnare performance di poco al di sotto dello zero. A Piazza Affari molto bene il titolo Fiat, che, al momento, guadagna il 6%, grazie anche alle voci su una presunta alleanza con la Peugeot. La nota positiva è che il temuto tracollo non c'è stato, almeno per ora: possibile però, che le conseguenze negative del declassamento da parte di Standard & Poor's del rating di Italia e Francia siano solo posticipate. Gli occhi dei mercati sono puntati sull'asta odierna di titoli di Stato francesi: Parigi dovrà piazzare quasi 9 miliardi di bond a 2,3 e 4 anni.

Gli altri problemi in vista riguardano il Fondo salva Stati, che potrebbe risentire oltremodo dei declassamenti della scorsa settimana. L'Efts- che ha una dotazione di 440 miliardi di euro, scesi a 250 dopo il salvataggio di Irlanda e Portogallo- si finanzia sul mercato e, a seguito del downgrade di Francia, Italia e Austria potrebbe perdere la tripla A per le sue emissioni garantite. Decisamente un bel problema.

Capitolo spread. Il differenziale di rendimento tra i nostri Btp e i Bund tedeschi è voltato a 507 punti in avvio di seduta, per poi scendere ai 483 dell'ultima rilevazione. A questo proposito bisogna segnalare l'intervento della Banca centrale europea, che ha acquistato titoli di Stato italiani e spagnoli per frenare l'impennata dello spread verso l'alto.

Le tensioni sono forti anche sul mercato interbancario: venerdì gli istituti di credito hanno allocato presso la Bce 493,272 miliardi, un record assoluto. Ciò vuol dire che le banche preferiscono avvalersi dello sportello della Bce, che remunera solamente con lo 0,25%, piuttosto che prestarsi i soldi tra loro a tassi  più alti.

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