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Perché il prezzo del gas potrebbe aumentare dal 2025 e come cambieranno le bollette

A partire dal 2025 il prezzo del gas potrebbe superare i 50 euro a megawattora, come conseguenza delle tensioni in Ucraina e in Medio Oriente. Le ricadute si faranno sentire sul costo delle bollette. Vediamo cosa cambierà.
A cura di Giulia Casula
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Foto d'archivio
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A partire dal prossimo anno il prezzo del gas potrebbe aumentare, con ricadute dirette sulle bollette dei cittadini. Il rincaro previsto dagli analisti di Bloomberg è di circa 16 euro in più rispetto ai 34 euro a megawattora dell'inizio 2024.

Secondo gli analisti il prezzo potrebbe toccare i 50 euro a megawattora e addirittura superarli nel corso dei primi tre mesi del 2025.

Dopo il primo rialzo iniziale, che farà balzare in avanti il prezzo, il costo dovrebbe avere un andamento volatile tra i 44 e i 50 euro, è la previsione.

Perché il prezzo del gas potrebbe aumentare dal prossimo anno

Come già avvenuto in passato, l'aumento del costo del gas ha a che fare in primo luogo con l'impatto delle guerre, in particolare quella russo-ucraina, sui mercati.

Nella seconda metà di novembre ad esempio, si era registrato un aumento del prezzo al di sopra dei 47 euro al megawattora, subito dopo il primo lancio da parte di Kiev di missili a lungo raggio americani e la conseguente risposta del Cremlino, che aveva minacciato di ricorrere all'arma nucleare.

Ma alle tensioni in Europa si aggiungono quelle in Medio Oriente, dove il conflitto a Gaza e la situazione instabile in Siria rischiano di influire sensibilmente sull'andamento dei costi. Il tutto mentre si va in contro a un inverno particolarmente freddo che farà scendere i livelli degli stoccaggi. 

Gli analisti hanno preso in considerazione il Ttf olandese ( Title Transfer Facility), il principale mercato per lo scambio di gas in Europa usato come indice di riferimento per i prezzi europei, ipotizzano che si sarà a un'accelerazione dei ritiri dagli stoccaggi a causa del clima più freddo, dei limitati flussi delle importazioniper le sanzioni nei confronti della Russia e le tensioni in Medio Oriente", spiegano gli analisti.

Secondo Gas Infrastructure Europe, l'associazione europea degli operatori di infrastrutture del gas, i depositi dell'Europa sono già scesi all'83,61% a 959,65 Terawattora, che corrisponde a circa il 35% del consumo medio annuale del continente.

Al primo posto per stoccaggi si trova la Germania, con l'89,31% delle riserve piene, seguita dall'Italia all'88,82%, mentre al terzo posto c'è l'Austria.

Quali saranno le conseguenze sulle bollette

In particolare, gli analisti prevedono che a partire da maggio le riserve saranno piene al 39%, in netto calo rispetto al 58% registrato a marzo. Questa riduzione provocherà "il deficit di riempimento di 20 miliardi di metri cubi la prossima estate". A causa della crescente volatilità del prezzo del gas, come risultato del conflitto in Ucraina, i prezzi per l'Europa saranno "più esposti alla domanda asiatica, ed in particolare della Cina".

Che effetto avranno questi incrementi? Le conseguenze si faranno sentire sulle bollette pagate dai cittadini il prossimo anno. Già a novembre, l'Autorità per l'energia (Arera) ha comunicato l'aumento prezzo del gas del 4,6% rispetto a ottobre per i clienti che si trovano nel servizio di tutela della vulnerabilità, in alternativa al mercato libero. Un rialzo che per un consumo medio di poco superiore ai mille metri cubi di gas corrisponde a circa 59 euro in più all'anno in bolletta.

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