Perché lo spread ora è così basso, e che cosa vuol dire per l’Italia e il governo Meloni
Lo spread italiano oggi è sotto i 120 punti, e negli ultimi mesi è costantemente sceso. Tra settembre e ottobre dell'anno scorso in Italia si era tornati a parlare dello spread perché aveva raggiunto e superato la soglia dei 200 punti, cosa che non avveniva da quasi un anno. Da allora però è iniziata una lunga discesa, che nelle scorse settimane è stata particolarmente rapida. Le ragioni come sempre sono molte, ma non hanno a che fare solo con un qualche successo economico dell'Italia: c'entra anche il momento di crisi della Germania.
Cos'è lo spread e come funziona
Lo spread, infatti, è la differenza tra quanto ‘rendono' i titoli di Stato tedeschi e quelli italiani (in particolare i titoli "a 10 anni", cioè quelli che pagano le cedole per dieci anni dal momento dell'acquisto). Il rendimento è sostanzialmente il tasso di interesse che lo Stato deve pagare agli investitori che decidono di comprare i suoi titoli: se si tratta di un Paese molto affidabile, l'interesse è più basso; se invece si tratta di uno Stato con un'economia instabile (come storicamente è l'Italia) serve un tasso di interesse più alto per convincere gli investitori a comprare.
La Germania è presa come punto di riferimento perché è un'economia molto solida, e così fa da termine di paragone per le altre. Se il tasso d'interesse offerto dall'Italia è molto più alto di quello offerto dalla Germania, lo spread aumenta, e questo significa che l'economia italiana è in una situazione negativa o rischiosa. Se lo spread si abbassa, normalmente, vuol dire il contrario. Non sempre, però.
Perché lo spread sta scendendo in questo periodo
In questo periodo l'economia europea sta attraversando una fase particolare. Dall'inizio dell'anno, il rendimento (quindi i tassi d'interesse da pagare agli investitori) è aumentato sui titoli di Stato tedeschi. Ieri è arrivato al 2,36%, mentre quello italiano è sceso al 3,59%. La differenza quindi era dell'1,23%, ovvero 123 punti di spread. Un dato che oggi è ulteriormente calato. Semplificando, si può dire che da una parte l'Italia "va bene" e dall'altra la Germania "va male".
L'Italia sta andando "bene" anche perché negli ultimi mesi ha raccolto moltissimi soldi vendendo i suoi titoli di Stato. Circa 114 miliardi di euro, come ha riportato il Sole 24 ore. Un dato che tiene conto anche delle vendite del Btp Valore, promosso poche settimane fa. In generale, l'obiettivo del ministero dell'Economia è di ottenere tra i 340 e i 360 miliardi di euro in tutto l'anno, quindi per ora la tabella di marcia è più che rispettata.
Allo stesso tempo, l'economia tedesca è in un momento di difficoltà. Lo spread in calo è dovuto soprattutto a questo. La Germania è entrata in recessione tecnica, il settore edilizio e quello dell'automobile stanno rallentando. Insomma, se la distanza con l'Italia si accorcia non è solo merito italiano.
I lati positivi e i lati negativi per l'Italia
Anche perché per l'Italia l'abbassamento dello spread è una buona notizia, ma porta anche degli aspetti rischiosi da tenere d'occhio. Ad esempio: il rendimento dei titoli si è abbassato nelle ultime settimane, vero, ed è sui livelli più bassi da più di un anno. Ma se si allarga lo sguardo si vede che rispetto agli anni precedenti c'è stato un aumento fortissimo: oggi è attorno al 3,6%, mentre a inizio gennaio 2022 si parlava dell'1,2%.
In più i tassi italiani sono scesi, ma sono ancora i più alti di tutta la zona Euro. Anche maggiori di quelli della Spagna e della Grecia. Uno dei motivi è che il debito pubblico italiano è altissimo, e questo gli investitori non se lo dimenticano. Se aumentano i tassi d'interesse, aumentano anche le cedole che bisogna pagare a chi compra i titoli di Stato: sempre il Sole 24 ore riporta che, secondo il ministero dell'Economia, nel 2026 l'Italia pagherà 100 miliardi di euro all'anno per questi interessi.
Insomma, la Germania è in difficoltà e questo ha aiutato a far scendere lo spread, ma per l'Italia restano dei problemi, soprattutto con il debito pubblico. Per il momento a compensare questi rischi ci sono i titoli di Stato venduti ai piccoli risparmiatori italiani, come il Btp Valore e non solo. Le famiglie e le imprese (non quotate in borsa) italiane hanno più di 380 miliardi di euro di titoli di Stato italiani. Un sostegno utilissimo, su cui infatti il governo ha deciso di puntare. Resta da vedere cosa succederà nei prossimi mesi, soprattutto se la Germania dovesse riprendersi e il debito pubblico italiano continuasse a restare altissimo.