Perché l’economia italiana ha frenato a inizio 2024 e come andrà il resto dell’anno
Dall'inizio dell'anno, l'economia italiana è stata in una fase di "crescita frenata", ha detto il centro studi di Confindustria. Da una parte l'inflazione è tornata bassa (+0,8% a febbraio, sotto la media europea), i prezzi hanno rallentato e quelli dell'energia sono calati, e questo ha permesso a molte famiglie di tornare ad aumentare leggermente i loro consumi. Nel medio periodo, sono salite le vendite dei negozi ed è cresciuta l'occupazione. Dall'altra, però, ci sono ancora troppi aspetti negativi per poter parlare di una sitauzoine.
Infatti, la crisi del Mar Rosso sta continuando a mettere un "freno ai flussi commerciali nel canale di Suez", mentre il prezzo del petrolio aumenta (e continuerà a farlo). Per di più, è vero che l'inflazione in Italia è ridiscesa su livelli piuttosto bassi, ma nella zona Euro non è così: la media è ancora al 2,6%, molto meglio rispetti ai picchi dell'anno scorso ma comunque troppo alta per la Banca centrale europea. Questo significa che i tassi d'interesse resteranno alti ancora per un po': la stima è che non si abbasseranno prima di giugno, cosa che continuerà ad avere un effetto anche sui mutui e i prestiti, per le famiglie e per le imprese. Ancora: il settore industriale è in difficoltà, anche se c'è qualche segnale di ripresa rispetto al calo dello scorso anno. Per tutti questi motivi, il Pil italiano sarà "debole" nel primo trimestre del 2024.
C'è qualche margine di ottimismo per i prossimi mesi, però. L'Istat di recente ha aggiornato i suoi calcoli sullo scorso anno, concludendo che il realtà l'aumento del Pil è stato dell'1%, e non dello 0,7% come aveva stimato a fine gennaio. Questo è buon segno anche per il 2024, dato che si parte da una situazione migliore del previsto. Il principale miglioramento nei dati dell'Istat riguarda gli investimenti: il dato complessivo è passato al +4,9%, un deciso miglioramento, mentre la prima stima era che ci fosse stata quasi una stagnazione. Sono andati meglio anche i consumi delle famiglie e l'occupazione.
La rivalutazione effettuata dall'Istat è positiva soprattutto perché permette di guardare al resto del 2024 con delle aspettative migliori. Se nel 2023 la crescita del Pil è stata dell'1% (una dato ben più basso rispetto agli anni precedenti, ma più alto di quanto avvenisse negli anni prima della pandemia), questo è avvenuto nonostante la Banca centrale europea avesse alzato moltissimo i tassi d'interesse, e nonostante il Pnrr sia andato piuttosto a rilento, tra i vari cambiamenti apportati dal governo Meloni. Ora, la previsione di Confindustria è che i tassi d'interesse nel corso dell'anno scenderanno, mentre il Pnrr dovrebbe accelerare. Per questo le previsioni per il 2024, che finora erano state "modeste, non possono che essere più positive".