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Perché la Commissione UE ha imposto i dazi sulle auto elettriche cinesi e quali sono le case più colpite

La decisione della Commissione Europea è una risposta al problema della concorrenza sleale della Cina nei confronti dei competitor europei. Le tariffe d’importazione potranno arrivare complessivamente fino al 48,1% del valore del bene. La Lega: “Europa prima favorisce Pechino poi mette dazi”
A cura di Biagio Chiariello
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Auto elettriche Saic Motor
Auto elettriche Saic Motor

La Commissione UE ha annunciato che dal mese di luglio i veicoli elettrici a batteria prodotti in Cina saranno soggetti a dazi quando verranno importati nell'Unione Europea.

Le tariffe aggiuntive avranno un importo compreso tra il 17 e il 38,1%, che varierà a seconda della casa automobilistica alla quale dovranno essere applicate e che si aggiungerà ai dazi già esistenti del 10%, ma potranno arrivare complessivamente fino al 48,1% del valore del bene

Perché l'UE ha imposto i dazi sulle auto elettriche cinesi

Il provvedimento ha come obiettivo quello di ridare equilibrio alla concorrenza leale fra produttori occidentali e costruttori cinesi. Questi ultimi, secondo i risultati preliminari di un'indagine ancora in corso da parte della Commissione Von der Leyen, ricevono sussidi definiti come "ingiusti e dannosi" grazie ai quali riescono a vendere i propri mezzi a prezzi bassissimi e sotto al costo di produzione, mettendo così fuori mercato i competitors europei.

Costrette a pagare i dazi per poter esportare le auto nei Paesi del Vecchio Continente le aziende cinesi finiranno con l'aumentare i propri prezzi di vendita, mettendo fine al dumping (concorrenza sleale).

Basti pensare che lo scorso anno le principali case automobilistiche cinese hanno esportato auto elettriche in UE per un valore di circa 10 miliardi di euro, pari ad una quota di mercato dell’8%, vale a dire il doppio rispetto al 2022.

La reazione della Cina

La reazione di Pechino non si è fatta attendere. Il governo cinese ha denunciato le “misure protezionistiche” di Bruxelles. “La Cina prenderà le misure necessarie per difendere i suoi interessi”, si legge in un comunicato del Ministero del commercio.

La Commissione ha comunque spiegato di avere "contattato le autorità cinesi per discutere questi risultati ed esplorare possibili modi per risolvere le questioni individuate in modo compatibile" con l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Se "le discussioni con le autorità cinesi non portassero ad una soluzione efficace" – spiega l'istituzione – saranno imposti dazi compensativi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina che "verrebbero introdotti a partire dal 4 luglio mediante una garanzia" e che "verrebbero riscossi solo se e quando verranno istituiti dazi definitivi".

Quali sono le case automobilistiche più colpite dai dazi

Tra le aziende più colpite dal provvedimento c'è la Saic che dovrà pagare un dazio del 38,1%. Seguono Geely (Volvo, Polestar e Smart) con il 20% e Byd con il 17,4%.

Le tariffe saranno invece del 21% per tutte le altre società che hanno collaborato all’indagine della Commissione, e del 38,1% per quelle che non l'hanno fatto.

La Commissione ha poi spiegato che Tesla, che non è un marchio cinese ma produce le proprie macchine elettriche in Cina, potrà ricevere un’aliquota del dazio calcolata individualmente nella fase definitiva.

La Lega: "Europa prima favorisce Cina poi mette dazi"

Prima l’Europa di Ursula Von der Leyen approva norme folli a favore della Cina e dei suoi prodotti, poi vengono travolti dal voto dei cittadini e mettono dei dazi sulle auto, a danno fatto".

Così una nota della Lega, che ricorda come il partito di Matteo Salvini sia sempre stato a favore dei dazi per frenare la Cina “ma per anni in Europa ci hanno risposto con insulti”.

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