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Perchè la benzina continua ad aumentare: i motivi dei rincari sul prezzo

Quest’anno le famiglie italiane spenderanno 324 euro in più per il carburante: lo rivelano i dati raccolti dal Mise e commentati da Codacons. A settembre 2021 il costo della benzina è arrivato al 19,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, con un aumento di 13,5 euro per un pieno. Mentre quello del gasolio ha registrato un +18,5%, con un aumento di 11,80 euro. Vediamo insieme i motivi del rincaro.
A cura di Daniela Brucalossi
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Non solo l'aumento delle tariffe di luce e gas, ma anche il forte rincaro del carburante avvenuto negli ultimi mesi pesa sempre di più sulle tasche degli automobilisti italiani. Secondo le ultime rilevazioni del Mise, commentate da Codacons, il costo della benzina segna il +19,4% rispetto allo stesso periodo del 2020: questo si traduce in un aumento di 13,5 euro per un pieno. Il prezzo del gasolio, invece, si attesta a +18,5% rispetto al settembre 2020: un aggravio di 11,8 euro per riempire il serbatoio. Si stima perciò che, in media, nel 2021 una famiglia italiana spenderà 324 euro in più per il carburante. I motivi del rincaro del carburante sono diversi: la ripresa economica dopo i lockdown dello scorso inverno e il mancato accordo tra i Paesi dell'Opec (il cartello dei principali esportatori di petrolio) sull’aumento della produzione di greggio.

Il ruolo dell'Opec e la contesa Emirati Arabi-Arabia Saudita

La ragione principale dell'aumento dei prezzi della benzina è il mancato accordo tra i Paesi Opec sull’aumento della produzione di greggio durante il summit di Vienna, svoltosi lo scorso luglio. Il disaccordo che ha impedito la chiusura delle trattative è avvenuto tra Arabia Saudita (primo paese produttore al mondo) ed Emirati Arabi Uniti (produttore emergente del cartello Opec). Gli Emirati, avendo effettuato negli ultimi investimenti enormi sui giacimenti di petrolio e gas, hanno chiesto di poter aumentare la produzione, rivedendo quindi gli accordi generali sui tagli che tutti i paesi devono rispettare. La richiesta è stata respinta da diversi Paesi Opec, prima tra tutti l'Arabia Saudita, stoppando così anche le mire di altri stati come Azerbaigian, Kuwait, Kazakistane e Nigeria, che sperano di poter aumentare a breve la loro produzione.

L'aumento del prezzo del petrolio

Appena dopo il mancato accordo tra i Paesi Opec il prezzo del greggio ha subito una pesante impennata: il barile di Brent (il valore di riferimento per i mercati europei) ha raggiunto, infatti, i 78 dollari circa. L'andamento negli ultimi mesi è rimasto alto, attestandosi attualmente attorno attorno ai 75 dollari, e non accenna a diminuire. Inoltre, continua a pesare sulle tasche degli automobilisti italiani anche l'alta percentuale di Iva e accise, che incidono sul 61,9% del prezzo della benzina e sul 58,9% di quello del gasolio.

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