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Perché la Bce ha deciso di non abbassare i tassi d’interesse e cosa significa per i mutui

I tassi d’interesse resteranno fermi almeno fino a settembre: niente nuovi tagli dalla Banca centrale europea, per il momento. La decisione arrivata oggi significa che per chi ha un mutuo a tasso variabile, o vuole chiedere un nuovo prestito, il livello delle rate probabilmente non scenderà molto nei prossimi mesi.
A cura di Luca Pons
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La Banca centrale europea ha deciso non abbassare i tassi di interesse: significa che restano rispettivamente al 4,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,50% quello sulle operazioni marginali e al 3,75% quello sui depositi. A differenza di quanto fatto a giugno, quando era arrivato il primo taglio dei tassi da anni, per il momento la Bce ha quindi deciso di non abbassare ancora il livello. Un nuovo ribasso potrebbe arrivare il 12 settembre, al prossimo vertice, ma dipenderà dalla situazione economica in Europa, e soprattutto dall'andamento dell'inflazione.

Il Consiglio direttivo della Bce ha detto di essere "determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine". Questo è l'obiettivo principale della Banca: far abbassare l'inflazione, e quindi contenere l'aumento dei prezzi. Il modo per farlo è "mantenere i tassi d'interesse su livelli sufficientemente restrittivi". Mentre in Italia l'inflazione è già tornata su livelli piuttosto bassi, la media europea è ancora al di sopra del target fissato e probabilmente ci resterà fino alla fine dell'anno, per poi scendere (questa la previsione) nel 2025.

Si continuerà a seguire "un approccio basato sui dati, incontro dopo incontro", ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde. Quindi per settembre "la decisione è aperta, dipenderà dai dati che riceveremo". L'aspettativa degli analisti è che prima della fine dell'anno ci siano altri due tagli, ma resta da vedere se si realizzerà. Finora, comunque, le decisioni della Banca sui tassi d'interesse – che hanno portato un forte aumento anche delle rate dei mutui – ha funzionato dal punto di vista dei prezzi, dato che l'inflazione si è abbassata. E dopo il ribasso dei tassi annunciato a giugno "la richiesta dei mutui delle famiglie" in Europa "è cresciuta per la prima volta dall'inizio del 2022".

Nel concreto, la mossa di non tagliare i tassi d'interesse significa che anche il calo nelle rate dei mutui, registrato negli ultimi mesi, potrebbe rallentare o comunque non accelerare. Unimpresa ha commentato che "le imprese, soprattutto le piccole e medie, stanno lottando per ottenere finanziamenti necessari per investimenti, espansioni e, in molti casi, per la semplice sopravvivenza", mentre per le famiglie "il costo dei mutui e dei prestiti al consumo è diventato insostenibile".

L'associazione dei consumatori Codacons ha detto che "dopo la serie di aumenti costanti dei tassi degli ultimi due anni, interrotta solo dalla riduzione operata lo scorso 6 giugno, le famiglie con un mutuo variabile dovranno attendere ancora per risparmiare sulla rata mensile". Il taglio effettuato a giugno ha portato a un risparmio iniziale – i dati mostrano che in media i tassi d'interesse offerti dalle banche ai propri clienti si sono abbassati – ma la decisione di oggi della Bce conferma che il percorso per tornare a livelli più bassi è ancora lungo. Con conseguenze sia per chi ha già un mutuo a tasso variabile, sia per chi vorrebbe chiedere un nuovo prestito.

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