Perché il prezzo dell’oro continua a crescere e quali sono opportunità e rischi per i risparmiatori
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Negli ultimi dodici mesi il prezzo dell’oro ha fatto registrare un notevole rialzo, passando da circa 60 euro al grammo nel febbraio 2024 a quasi 90 euro al grammo oggi, con un aumento di circa il 50%. Questo balzo ha acceso il dibattito tra analisti e investitori sul ruolo dell’oro come bene rifugio e sulla sostenibilità di questa crescita nel tempo. Storicamente considerato una protezione contro l’inflazione e le incertezze economiche, l’oro ha visto aumentare la sua domanda in un contesto caratterizzato da tensioni geopolitiche e strategie di diversificazione delle banche centrali, in primis di quella cinese.
Ma cosa ha determinato questo forte incremento delle quotazioni? Quale impatto hanno avuto fattori come le politiche monetarie di Pechino e le sanzioni imposte alla Russia? Inoltre, con le incertezze legate all’amministrazione Trump, alla minaccia di dazi commerciali e ai nuovi scenari globali, ha ancora senso per i risparmiatori puntare su questo metallo prezioso?
Ne abbiamo parlato con Pietro Cazzaniga, analista finanziario di Altroconsumo, per comprendere le dinamiche dietro l’aumento del prezzo dell’oro e valutare se sia ancora una scelta di investimento conveniente per i cittadini.

Partiamo dal concetto oro come "bene rifugio". Cosa si intende?
Fin dalla "notte dei tempi" l'oro è considerato il principale punto di riferimento tra i valori monetari, e tuttora riveste questo importantissimo ruolo. L'oro, infatti, non subisce gli effetti dell'inflazione; questo metallo tende a mantenere il suo valore nel tempo, e viene spesso ricercato soprattutto quando si apre la prospettiva di una crescita generale dei prezzi. Durante le crisi economiche o politiche, inoltre, gli investitori si rifugiano nell'oro perché è considerato più sicuro rispetto ad azioni, obbligazioni o valute che possono subire forti oscillazioni. In ultimo, il valore dell'oro spesso si muove in modo indipendente rispetto ad azioni e obbligazioni, rendendolo un ottimo elemento di diversificazione per i portafogli di investimento.

Nell'ultimo anno il prezzo dell'oro è aumentato sensibilmente: nel febbraio del 2024 si aggirava sui 60 euro al grammo, mentre oggi sfiora quota 90. Come mai?
Va fatta una doverosa premessa: come qualsiasi altro bene anche il valore dell'oro risente dal rapporto tra domanda e offerta; e uno dei fenomeni principali degli ultimi anni è che questo metallo è stato acquistato dalle banche centrali, soprattutto da quelle dei Paesi emergenti. Nel 2024 la Cina ha fatto la parte del leone ed ha acquistato grandi quantitativi d'oro, e questo comportamento si spiega con la necessità, per Pechino, di dotarsi di riserve adeguate al suo valore reale nello scacchiere globale. C'è poi la guerra in Ucraina: prima dell'inizio del conflitto, la Russia aveva accumulato risorse finanziarie e titoli su vari mercati. Tuttavia, le sanzioni internazionali hanno bloccato una parte di questi asset all'estero, rendendoli indisponibili e questo ha fatto comprendere sempre di più l’importanza di avere riserve auree importanti. Infine, un ruolo importante è giocato dal comparto dell'oreficeria: vi sono nazioni, ad esempio l'India, in cui è ancora molto diffuso l'acquisto di monili d'oro, e lo è sempre di più con il miglioramento delle condizioni economiche della popolazione. In questo contesto, tra l’altro, non ha forse pesato troppo il rallentamento della fame d’oro delle famiglie cinesi che nella situazione attuale stanno comprando meno beni di lusso.

Con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca sono arrivate le minacce di dazi ad altre potenze mondiali, in primis la Cina. Anche le politiche economiche della nuova amministrazione americana stanno contribuendo a far aumentare la "corsa all'oro", e quindi a farne salire il prezzo?
Come abbiamo spiegato l'oro è considerato un bene rifugio perché – tra l'altro – non subisce gli effetti dell'inflazione. Questo metallo quindi tende ad essere molto apprezzato nei periodi storici nei quali si teme un aumento dei prezzi. Ebbene, la politica di Trump sui dazi può determinare questo aumento, poiché i consumatori americani si troveranno a dover acquistare beni locali più costosi o a pagare il prezzo maggiorato dai dazi sui prodotti importati. Inoltre, le restrizioni sull'immigrazione clandestina potrebbero ridurre la disponibilità di manodopera straniera, determinando un aumento dei posti di lavoro "scoperti" e potenzialmente una crescita dei salari, con effetti sull'inflazione. Questi fattori sollevano timori su un possibile periodo difficile sia per i prezzi che per i mercati finanziari, che potrebbero risentire negativamente delle politiche protezionistiche. Per questa ragione si ricorre all'acquisto dell'oro come "bene rifugio".
Un'ultima domanda che questa volta riguarda non gli operatori finanziari ma i cittadini: alla luce dell'aumento delle quotazioni dell'oro a cui abbiamo assistito nell'ultimo anno potrebbe essere un buon momento per investire in questo metallo?
È molto difficile rispondere a questa domanda. Attualmente, il consiglio che sento di dare a un investitore è di essere prudente e di ponderare bene le sue scelte. L’oro potrebbe ancora salire, specialmente in un contesto di incertezze, ma va considerato che è già aumentato di circa il 10% rispetto a dicembre passando da valori tra i 2.600 e i 2.650 dollari l'oncia ai circa 2.900 attuali. Più cresce, più il margine di ulteriore rialzo si riduce, a meno di scenari estremi. Un altro fattore chiave è l’andamento dei tassi di interesse americani: se aumentano, l’oro diventa meno attraente rispetto ai titoli di Stato, che offrono anche dei rendimenti. L’oro, infatti, non genera cedole, quindi il suo "costo" è la rinuncia a investimenti più redditizi. L’oro inoltre non va visto come un investimento garantito o stabile, ad esempio come un conto deposito. È un bene rifugio nel lungo periodo, ma soggetto a fluttuazioni. Non bisogna dare per scontato che continuerà a crescere indefinitamente. Può avere senso inserirlo in un portafoglio diversificato per bilanciare il rischio, ma con consapevolezza. L’idea che il passato si ripeta, cioè che le sue quotazioni aumentino ancora nei prossimi mesi, non è sempre valida. L'invito, quindi, è ad essere prudenti.