Perché il prezzo della benzina aumenterà ancora
Il prezzo di gasolio e benzina tornerà a salire nelle prossime settimane. Tutto nasce da una mossa a sorpresa dell'Opec+, il cartello dei produttori di petrolio allargato alla Russia, che ha annunciato un taglio della produzione a partire dal primo maggio e per tutto il 2023. L'intenzione è chiara: far risalire il più rapidamente possibile il prezzo del greggio, dopo il picco minimo toccato a metà marzo e nonostante la già marcata risalita dei prezzi avvenuta nelle ultime settimane. Precisamente il taglio sarà di un milione di barili al giorno per tutto il resto dell'anno: mezzo milione solo in Arabia Saudita, poi 211mila in Iraq, 144mila negli Emirati Arabi Uniti, 128mila in Kuwait, 78mila in Kazakistan, 48mila in Algeria e 40mila in Oman. La Russia proseguirà con il taglio di 500mila barili al giorno già comunicato, ma non si fermerà a giugno tirando dritto fino a dicembre.
I prezzi del greggio erano scesi fortemente a marzo, toccando il minimo di 66 dollari al barile. Ma in un paio di settimane sono già risaliti sopra ai 75. Non basta, evidentemente, ai produttori per dormire sonni tranquilli: l'obiettivo è riportare il prezzo sopra agli 80 dollari al barile il prima possibile. E dando un'occhiata alle prime risposte che sono arrivate dai mercati nella notte e in prima mattinata, il risultato è stato fondamentalmente già raggiunto. Questa mattina i prezzi del petrolio sono saliti di quasi il 6% sul mercato asiatico: il contratto West Texas Intermediate è balzato del 5,74% a 80,01 dollari al barile, mentre il Brent è schizzato del 5,67% a 84,42 dollari.
La decisione dei produttori si ripercuoterà inevitabilmente sui consumatori, con i prezzi di benzina e gasolio che aumenteranno nelle prossime settimane. Dopo una leggera flessione e sostanziale stabilità, infatti, il prezzo alla pompa potrebbe tornare a crescere sensibilmente. Per il ministro dell'Energia saudita si tratta di "salvaguardare la stabilità del mercato del petrolio".