Perché è aumentato il costo dei conti correnti e quali banche sono più convenienti: la classifica
I conti corrente sono il modo in cui la maggior parte delle famiglie italiane, storicamente poco interessate agli investimenti, tiene i suoi soldi da parte. Nell'ultimo anno, però, soprattutto per alcune categorie il costo di questi conti è aumentato. Se i conti online continuano a essere più economici di quelli tradizionali, questi ultimi hanno visto un aumento medio dei costi del 2,12% nella prima metà dell'anno rispetto al 2023. In media, così, il costo per le famiglie è salito a 173,38 euro all'anno. Per i giovani, peraltro, anche i conti online hanno visto un aumento delle tariffe in alcuni casi.
Dall'altra parte, l'intervento della Banca centrale europea sui tassi d'interesse ha portato a un calo dei tassi passivi – una buona notizia per chi va in rosso. Invece il tasso attivo, quello che viene pagato al cliente sulle somme depositate, è rimasto fermo allo 0%. A rivelare questi dati è un'analisi degli Icc, gli indicatori dei costi complessivi di un conto corrente. La rilevazione è stata effettuata sulle dieci principali banche italiane: Banco Bpm, Bnl Bnp Paribas, Bper, Credem, Crédit Agricole, Intesa Sanpaolo, Mediobanca Premier, Mps, Unicredit e Poste Italiane.
La classifica delle banche più convenienti
L'analisi, effettuata da Altroconsumo per il Corriere della Sera, ha mostrato che a luglio 2024 ci sono istituti che offrono condizioni particolarmente convenienti per una famiglia che abbia una operatività media. Si parla, ovvero, di una famiglia che accredita sul conto lo stipendio, effettua dieci bonifici all'anno verso un'altra banca, paga le rate del mutuo, preleva circa una volta al mese, ha una giacenza media di 4mila euro.
In questo caso, considerando che si voglia ricevere servizi sia online che allo sportelo, a offrire il servizio più economico è Ibl Banca, che con Controcorrente semplice permetterebbe di guadagnare 1,48 all'anno tenendo il conto aperto. Segue Banca Sella, con una spesa da 18 euro all'anno, poi Banca Widipa, Mpd e Credem. Chiude la ‘top 10' Bnp Paribas, con il conto Bnl X Powered che costerebbe 88,65 euro all'anno. Per chi preferisce avere solamente servizi online, Banca Sistema è al primo posto con una spesa negativa (e quindi un guadagno) di circa 22 euro all'anno. Seguono Banca Progetto, Ibl Banca e Meglio Banca, tutte con spese leggermente al di sotto dello zero.
Infine, ci sono offerte specifiche per alcune categorie. Considerando solo le dieci maggiore banche italiane già citate, la spesa più bassa per un conto tradizionale per famiglie è di 92,60 euro presso Mps, la più alta di 264,76 presso Unicredit. Al secondo poi si piazza Credem, al terzo Chebanca! / Mediobanca Premier. Nei conti online per famiglie, i più convenienti sono Bbva e Ing con 0 euro, il più costoso Isybank con 101,60 euro. Tra i conti tradizionali per giovani conviene Poste Italiane con 35,25 euro all'anno, seguita da Crédit Agricole e Credem, mentre all'ultimo posto c'è di nuovo Unicredit. Tra quelli per pensionati, al primo posto c'è Mps (86,60 euro al mese), poi Credem, poi Bper Banca. Si tratta, in tutti i casi, di classifiche provvisorie stilate in base alle condizioni in vigore a fine giugno, che possono cambiare con il tempo a seconda delle offerte e che – va ricordato – riguardano solo le prime dieci banche italiane.
Di quanto aumentano i costi dei conti correnti per famiglie e pensionati
Guardando ai conti tradizionali rivolti alle famiglie, il costo è aumentato negli ultimi mesi soprattutto in alcuni istituti (tra cui Mediobanca Premier), mentre la maggior parte è rimasta stabile. Nel complesso, il costo medio complessivo è salito da 169,79 euro a 173,38 euro all'anno. Si va dai 264 euro circa stimati per Unicredit ai 92,60 stimati con Monte dei Paschi di Siena. Come detto, la questione cambia con i conti online rivolti alle famiglie, che in alcuni casi sono gratuiti o quasi. Da dicembre a luglio i costi sono rimasti tendenzialmente identici tra i primi dieci istituti in Italia, con alcuni cali che hanno portato il costo medio a scendere a 29,61 euro all'anno. La stessa dinamica c'è anche per i conti dei pensionati: negli ultimi mesi è aumentato il costo medio dei conti tradizionali (159,54 euro) a causa dei rincari in alcuni istituti, mentre è sceso per i conti online (a 33,70 euro all'anno).
Cosa conviene ai giovani e cosa costa di più
La situazione è più complessa per i giovani. Per loro c'è stato un rincaro dei conti tradizionali, ma anche di quelli online. Diverse banche non hanno cambiato tariffa, ma alcune hanno abbandonato le loro sezioni specifiche per i più giovani (in particolare Unicredit) e altre hanno fatto salire i prezzi (Ing). Così, nonostante il costo medio resti piuttosto ridotto – 29,42 euro all'anno – è comunque più alto di quello che si registrava allo scorso dicembre – 24,02 euro all'anno. C'è poi la questione Isybank, collegata a Intesa Sanpaolo, che offre un costo zero fino all'inizio del 2025 per poi diventare l'offerta online più costosa, a circa 150 euro all'anno, quando il cliente supera i 35 anni.
L'aumento delle spese non tocca solo i generici costi complessivi, ma anche le tariffe da versare per le singole operazioni. Da dicembre 2023 a giugno 2024 alcuni servizi sono rimasti invariati, in media: tra questi il bonifico, sia allo sportello che online, il prelievo presso Atm di altre banche. Ci sono anche prestazioni che costano leggermente meno, in media: il bollettino postale online è passato da 1,82 euro a 1,65 euro. Ma dall'altra parte ci sono aumenti per i pagamenti effettuati online con Cbill/PagoPa (un rialzo di due centesimi in media, a 1,79 euro), per le utenze allo sportello con addebito in conto, anche per la carta di credito.
Perché cambiano i tassi d'interesse sui conti correnti
Ci sono poi altri due aspetti da tenere a mente. Non solo i soldi da spendere per i servizi del conto corrente, ma anche quelli dei tassi passivi – su eventuali fidi richiesti alla banca – e quelli dei tassi attivi – versati dalla banca al cliente per le somme che ha sul conto.
Per quanto riguarda il tasso passivo, questo interviene quando una persona chiede alla propria banca in fido, una sorta di ‘prestito' a breve termine che solitamente serve per sbrigare gli affari correnti, specialmente se sul conto sono rimasti pochi soldi e quindi si va in rosso. Come avvenuto anche per altri tassi d'interesse, negli ultimi anni c'era stata una forte crescita legata alle decisioni della Banca centrale europea per limitare l'inflazione. Dato che negli ultimi mesi la Bce ha tagliato i tassi, anche il tasso passivo è sceso: nelle dieci principali banche italiane, è andato al 13,1%, calando circa dello 0,5% rispetto a dicembre.
Al contrario, i tassi attivi sono quelli che il cliente dovrebbe maturare per i soldi presenti sul conto. Nelle più grandi banche italiane, però, questo tasso è ancora allo 0%. Ovvero, tenendo i propri soldi sul conto corrente non si matura nessun interesse (e quindi i soldi perdono di valore, con l'aumentare dell'inflazione). Dal punto di vista delle banche, l'errore è dei clienti: non dovrebbero tenere tutti i propri soldi sul conto, ma investirli in altri modi. Va detto che invece, allargando lo sguardo anche al di là delle dieci principali banche italiane, il bollettino mensile dell'Associazione bancaria italiana riporta che in Italia c'è la possibilità di ottenere un interesse attivo: a maggio era allo 0,57%, uguale al mese precedente.