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Pensioni, si avvicina lo stop anticipato a quota 100: ma c’è il rischio ‘scalone’

Il governo sta incontrando i sindacati per valutare come intervenire in campo previdenziale, con una prima idea di riforma del quadro pensionistico da inserire, magari, già nel Def di primavera. Il vero rischio da evitare è quello dello scalone che verrebbe causato dall’addio – tanto più se anticipato – alla quota 100.
A cura di Stefano Rizzuti
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La quota 100 potrebbe sparire in anticipo. Un’ipotesi che si fa sempre più concreta e che viene confermata anche dal viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, in un’intervista a Repubblica. “Se troveremo l’accordo con i sindacati quota 100 sarà sostituita da un meccanismo più equo e meno costoso”, assicura il numero due del Mef. Il governo sta studiando l’intervento da mettere in campo, confrontandosi anche con i sindacati, con cui ormai il tavolo è avviato. Nel Def, il Documento di economia e finanza, potrebbe esserci già una bozza di intervento su come cambieranno le pensioni dal 2021. Anche se il tempo per inserire tutto nel Def è poco: circa due mesi.

Cosa ci sarà nel Def

Nello stesso Documento di economia e finanza, ricorda Il Sole 24 Ore, ci sarà l’intervento sull’Irpef. Ma si presenterà, proprio per questo, un primo problema: inserire sia l’Irpef che la riforma della previdenza potrebbe costare troppo, fino a 15 miliardi di euro secondo una prima stima light. In più vanno considerati i 20 miliardi necessari per sterilizzare gli aumenti dell’Iva e delle accise previsti per il 2021. Al momento, quindi, sembra difficile una rivoluzione delle pensioni, tranne nel caso in cui si riesca a farla prendendo subito i soldi della quota 100, che in questo caso verrebbe eliminata.

Nel Def ci dovrebbe anche essere qualche cenno al finanziamento della prossima manovra. Si potrebbe ipotizzare una rimodulazione dell’Iva che garantirebbe qualche miliardo, forse tra i quattro e i cinque. Ma sul punto la maggioranza è ancora divisa. Si potrebbero calcolare anche le prime risorse provenienti dalla nuova spending review e dalla rimodulazione delle agevolazioni fiscali, da associare alla riforma dell’Irpef. Pur mettendo questi soldi, comunque, saremmo ancora molto lontani dagli obiettivi.

Quota 100, il rischio scalone

Il primo problema da affrontare, in ogni caso, è quello della quota 100. E, soprattutto, del rischio scalone tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022: una possibilità concreta se la quota 100 venisse eliminata alla sua normale scadenza, ma che potrebbe essere addirittura anticipata di un anno in caso di addio già alla fine del 2020. Chi potrà aderire alla quota 100 a fine dicembre, quindi, potrebbe andare in pensione cinque anni prima di chi non potrà farlo perché avrà maturato i requisiti, magari, solamente un mese dopo. E questo scalone deve essere evitato. Così come deve essere evitata la fuga verso la pensione che potrebbe avvenire l’anno prossimo in caso di addio alla quota 100 e a ogni altra forma di pensione anticipata. Le prime ipotesi di riforma del mondo previdenziale, comunque, potrebbero arrivare già a marzo, al termine del primo giro di incontro tra governi e sindacati.

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