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Pensioni, si allarga la lista dei lavori gravosi: chi potrebbe ritirarsi dal lavoro in anticipo

La commissione tecnica sui lavori gravosi, presieduta da Cesare Damiano, ha fornito una lista di possibili attività da aggiungere a quelle che già oggi possono accedere all’Ape sociale per aver svolto mansioni ritenute particolarmente rischiose e provanti. La platea potrebbe quindi estendersi a oltre 200 attività: vediamo quali e come funziona questo anticipo pensionistico.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’Ape sociale si allarga. Le attività che potranno rientrare nell’anticipo pensionistico verranno più che raddoppiate, con l’aggiunta di una trentina di categorie indicate dalla commissione tecnica sui lavori gravosi presieduta da Cesare Damiano e istituita per volontà del ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Entro metà ottobre sarà il governo, in particolare i ministri di Economia e Lavoro, a decidere sull’estensione della platea dopo le indicazioni fornite dalla commissione: l’Ape sociale, ovvero l’uscita anticipata dal lavoro a 63 anni per determinate categorie, potrebbe quindi essere allargato. L’ipotesi della commissione è che si passi da 15 a 57 gruppi e da 65 a oltre 200 mansioni.

A chi potrebbe essere esteso l’Ape sociale: i nuovi lavori gravosi

L’Ape sociale potrebbe essere esteso a tantissimi lavoratori, dai conducenti di bus e tram ai saldatori, dai magazzinieri ai maestri delle scuole elementari, dai cassieri agli operatori sanitari qualificati, dai tassisti ai macellai, passando per i pasticceri. L’ampliamento della platea viene ritenuto particolarmente importante anche per la fine della quota 100, la cui sperimentazione scadrà il 31 dicembre 2021. Ad oggi l’Ape sociale può essere richiesto dai disoccupati che non percepiscono strumenti di sostegno al reddito dopo il licenziamento, agli invalidi civili almeno al 74%, ai caregiver familiari e ai lavoratori dipendenti che rientrano tra le 15 attività considerate usuranti o pericolose, lista che verrebbe quindi estesa.

L’importo dell’assegno previdenziale non può andare oltre i 1.500 euro mensili. La commissione tecnica ha fornito la nuova lista sulla base di alcuni indici Inail e di dati di Inps e Istat, considerando così qual è la gravità delle malattie e degli infortuni sul lavoro: si è arrivati a individuare oltre 200 mansioni che potrebbero essere considerate gravose. Tra queste nuove categorie ce ne sono 27 ritenute affini alle 15 già esistenti, ma potrebbero aggiungersene altre: forse 5, se non addirittura 10. Inoltre la commissione tecnica chiede di consentire almeno agli operai del settore dell’edilizia di accedere all’anticipo pensionistico con 63 anni di età e 30 di contributi, non 36 come previsto attualmente. I sindacati, invece, vorrebbero che questa riduzione venisse applicata a tutte le categorie.

Come funziona oggi l’Ape sociale

L’Ape sociale è in vigore dal primo maggio del 2017 ed è stato più volte prorogato, tra cui l’ultima proprio lo scorso anno: la sua durata, in teoria, è prevista fino al 31 dicembre 2021, ma una proroga sembra praticamente certa. Può essere chiesto da disoccupati e caregiver con almeno 63 anni e 30 di contributi oppure dai lavoratori che hanno impieghi considerati gravosi, ma in questo caso servono almeno 36 anni di contributi. Attualmente possono accedere all’Ape sociale alcune attività considerate gravose, come quelle riguardanti i conciatori di pelli, i conduttori di gru, i conduttori di convogli ferroviari e di mezzi pesanti, il personale delle professionali sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni, ma anche gli insegnanti della scuola dell’infanzia, i facchini o gli addetti dei servizi di pulizia. I requisiti per l’accesso, però, sono stringenti e molti lavoratori – soprattutto le donne con una carriera discontinua – non riescono ad aderire non avendo abbastanza anni di contributi versati. Difatti rispetto alla spesa preventivata per la misura in questi anni si è avuto un risparmio superiore ai 500 milioni di euro, proprio a causa delle non tantissime adesioni.

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