Pensioni, perché nel 2021 non ci sarà nessun aumento
Per le pensioni nel 2021 arriverà un piccolo conguaglio, ma non ci sarà nessun aumento. Gli assegni previdenziali resteranno praticamente gli stessi dell’anno in corso, poiché l’andamento dell’inflazione nei primi tre trimestri del 2020 è stato negativo. A confermarlo è la circolare n. 148 dell’Inps, che fa riferimento al decreto del ministero dell’Economia del 16 novembre con il quale si fissa il tasso di adeguamento all’inflazione delle pensioni del 2020 rispetto a quello del 2019 e si indica, in previsione, l’inflazione da applicare nel 2021.
La notizia positiva per i pensionati italiani è che la rivalutazione per il 2020 è stata dello 0,5%, contro un tasso previsionale che era stato calcolato allo 0,4%. Al contrario, però, per il prossimo anno la previsione è di un tasso allo 0,0%. Nessun aumento, di fatto. Ma neanche un decremento, nonostante il tasso previsionale sia in realtà stato negativo: -0,3%. Il valore della rivalutazione, però, non può essere inferiore a zero, secondo quanto stabilito negli scorsi anni dal decreto Poletti.
L’andamento negativo dell’inflazione non comporta perdite, quindi, per i pensionati italiani. Anzi, gli assegni di gennaio saranno comunque leggermente più alti grazie al conguaglio che permetterà di recepire questo credito dello 0,1%, ovvero quanto è stato ricalcolato rispetto alla previsione (o,5% invece di 0,4%) per l’anno in corso. Si tratta di un conguaglio a credito, dunque, rispetto all’importo in godimento al 31 dicembre 2019. A gennaio quindi ci sarà anche questo importo una tantum per recuperare la minore indicizzazione di inizio anno rispetto al dato definitivo. Come sottolinea il Corriere della Sera, questo vuol dire che ci sarà un conguaglio che andrà dai 10 ai 26 euro per la rivalutazione. Mentre l’aumento delle pensioni per il prossimo anno sarà solamente tra uno e due euro mensili.