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Pensioni, nuova riforma in arrivo: età anticipata (ma si dovrà pagare una penale…)

A quanto pare potrebbe essere accettata la soluzione di Cesare Damiano: penale dell’8% per chi va in pensione a 62 anni.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo aver criticato la Riforma Fornero, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini si appresta a cambiarla, rivedendo il sistema pensionistico, quello degli ammortizzatori sociali e il mercato del lavoro: le emergenze, intanto, sono la cassa integrazione in deroga, il calo delle assunzioni e la soluzione del problema degli esodati. Per quanto riguarda quest'ultimo punto, stando a quanto trapela, il ministro sarebbe intenzionato a anticipare l'età pensionabile, a patto di far pagare una "penale" sull'importo dell'assegno: dunque Giovannini intende introdurre meccanismi di flessibilità in uscita, con penalizzazioni ma "restando attenti alle implicazioni sulle persone" e su quelle della "sostenibilità finanziaria del sistema". A quanto si sa, la fascia di flessibilità per il pensionamento anticipato rispetto all’età di vecchiaia dovrebbe essere di tre-quattro anni. Quindi per gli uomini potrebbe essere fissata intorno ai 62-63 anni (dal 2013 l’età di vecchiaia è a 66 anni e tre mesi) con una penalizzazione "proporzionale".

La Cgil, tuttavia, si dice contraria alla dura "penalizzazione delle persone", probabilmente auspicando che si accetti la proposta dell'ex ministro Cesare Damiano:  che prevedeva una penalizzazione dell'’8% per chi andrebbe via a 62 anni, del 6% a 63, e così via fino a 66 anni, per poi passare a un "premio". Va da sé che anticipando il pensionamento si svuoterebbe il bacino degli esodati.

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