Pensioni, l’Inps lancia l’idea di un fondo integrativo pubblico: “Alternativo a quelli privati”
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, propone di introdurre un fondo integrativo gestito dallo stesso istituto di previdenza. Durante la relazione alla Camera sul Rapporto annuale dell’Inps, Tridico spiega la sua idea: “In Italia non è presente una soluzione di previdenza complementare pubblica, come in altri Paesi, tale vuoto potrebbe essere colmato attraverso la creazione di una forma complementare pubblica gestita dall'Inps, volontaria e alternativa alle forme complementari private, superando l'attuale residualità di partecipazione di FondInps”. Secondo il presidente dell’Inps l’obiettivo, “oltre a garantire una prudente gestione dei fondi, dovrebbe essere quello di sostenere una maggiore canalizzazione degli investimenti in Italia. È curioso che il maggior ente di previdenza europeo non abbia un proprio fondo integrativo pubblico. Nel 2018 i fondi pensione gestivano risorse per 167,1 miliardi, pari al 9,5% del Pil, molti dei quali investiti all'estero. La sfida del fondo Inps dovrà, dunque, essere quella di aumentare il numero delle adesioni attraverso la costituzione di una valida alternativa ai fondi privati, ma anche quella di aumentare gli investimenti diretti nel nostro Paese”.
Tridico punta anche a introdurre alcune novità nell’organizzazione dell’Inps, cercando di costituire due nuove direzioni generali: una per la parte informatica e relativa all’innovazione, l’altra per svolgere un’attività anti-frode. Inoltre, secondo quanto fa sapere il presidente dell’Inps, è allo studio l’idea di fondare una Scuola nazionale del welfare.
La quota 100
Durante il Rapporto annuale Tridico ha parlato anche dei nuovi pensionamenti con la quota 100, fornendo alcuni dati: quest’anno saranno 205mila i beneficiari della misura introdotta dal governo, per una spesa complessiva di 3,6 miliardi di euro. I numeri forniti dall’Inps sono stati elaborati sulla base del trend delle domande presentate nei primi sei mesi: sono 154mila a giugno, di cui il 67% è pervenuto nei primi mesi, tra gennaio e febbraio. Il numero totale dei beneficiari è inferiore del 29% a quanto previsto dal governo. Le domande pervenute riguardano soprattutto persone tra i 63 e i 64 anni. L’importo medio delle nuove pensioni è di 1.900 euro circa, ma per le donne l’importo è inferiore del 22,1% nel privato e del 5,9% nel pubblico. La media dell’assegno è più alta in Lombardia (vicino ai 2.400 euro) e più bassa in Basilicata (1.650).
Il reddito di cittadinanza
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, i beneficiari della misura a fine giugno sono circa 2 milioni di individui, corrispondenti a 840mila nuclei familiari (tra questi circa 100mila sono beneficiari delle pensioni di cittadinanza). L’importo medio dell’assegno mensile è di 500 euro. Il governo aveva previsto l’adesione di 1.250.000 beneficiari e si prevedeva una spesa di 5,6 miliardi per il primo anno. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, ben il 60% dei beneficiari vive nel Sud o nelle Isole. Le domande sono state accolte nel 62% dei casi.
Il lavoro e il salario minimo
Il presidente dell’Inps si dice favorevole all’introduzione del salario minimo, sottolineando che quasi il 29% dei rapporti di lavoro prevede un pagamento inferiore alla soglia dei 9 euro lordi di cui si discute a livello governativo. Tridico, inoltre, chiede una riflessione sulla possibilità di ridurre gli orari di lavoro in Italia, essendo il nostro tra i Paesi con il più alto numero di ore lavorate pro-capite: sono 1.700 contro la media Ue a 15 di 1.500. La riflessione chiesta dal numero uno dell’Inps è considerata da lui stesso ancora più urgente “se si considera il più alto tasso di disoccupazione in Italia rispetto alla media di quei Paesi”.