Pensioni, l’Inps lancia l’allarme: i baby boomers si ritirano, in 20 anni raddoppierà la spesa
Da qui ai prossimi 20 anni i baby boomers si ritireranno dal lavoro. La folta generazione nata durante il boom economico sta raggiungendo, chi prima e chi dopo, l'età pensionabile. Secondo uno studio del Sole 24 Ore, questo boomerang porterà il costo delle pensioni a raddoppiare entro il 2040. Oggi l'Inps spende, per coprire il fondo pensioni lavoratori dipendenti, 143 miliardi, concedendo 14.700 euro lordi all'anno a 8,6 milioni di italiani. Questo stesso dato, che rappresenta circa il 45% di tutta la spesa pensionistica, nel 2039 costerebbe 297 miliardi, per pagare 27.000 euro lordi all'anno a 9,3 milioni di cittadini. La transizione demografica dice che nel 2040 ci saranno 18,8 milioni di italiani che avranno più di 65 anni e, secondo la proiezione dell'Istat, saranno 5 milioni in più di oggi. Mentre il numero di cittadini attivi dal punto di vista lavorativo scenderà a 33,7 milioni, perdendone 5 rispetto a oggi.
Secondo i dati elaborati dal Sole 24 Ore, che non tengono conto dell'effetto di quota 100, la fotografia di ciò che sta per accadere è molto chiara: sta partendo il baby boomerang, ovvero l'effetto negativo del boom demografico degli anni '50 e '60. Tutti quei bambini, chiamati baby boomers, ormai hanno un'ampia carriera lavorativa alle spalle e vorranno andare in pensione da qui ai prossimi 20 anni. Le variabili che potranno incidere di più sul futuro sono il perdurare della crisi macroeconomica e il cambiamento del quadro demografico, compresi i flussi migratori, e non tanto le riforme che verranno attuate.
Per questo lo scarso risultato di quota 100, voluta fortemente dalla Lega, non cambia in alcun modo la storia di una spesa destinata a salire rapidamente nei prossimi anni. Né il fatto che, a più riprese, il governo abbia annunciato che per quest'anno le stime di spesa delle due misure bandiera dell'esecutivo, quota 100 e reddito di cittadinanza, siano state più alte del necessario e che quindi ci saranno fondi in eccesso che il governo vorrebbe utilizzare per convincere l'Unione europea a non avviare una procedura d'infrazione.