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Pensioni

Pensioni, la proposta del presidente Inps: via dal lavoro prima dei 67 anni con il contributivo

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, non ha dubbi: è necessario prevedere un meccanismo di uscita anticipata dal lavoro senza aspettare necessariamente i 67 anni d’età per andare in pensione. Qualsiasi sia la formula, sottolinea il numero uno dell’istituto di previdenza, si dovrà aderire sempre con un ricalcolo contributivo dell’assegno.
A cura di Stefano Rizzuti
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La pensione anticipata deve essere un’opzione che ogni lavoratore può liberamente scegliere. Questa è la posizione del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, espressa in un’intervista a Repubblica. Il numero uno dell’istituto di previdenza ritiene che la flessibilità rispetto all’uscita a 67 anni va garantita, anche se solamente con un ricalcolo contributivo. In questi giorni sono state avanzate alcune proposte su come cambiare il sistema pensionistico, tra cui anche la quota 102. Tridico, quindi, non vuole aggiungere altre opzioni sul tavolo, ma vuole ribadire un punto fermo: “Sono state fatte diverse proposte e non mi sembra giusto aggiungerne altre. Ma la flessibilità rispetto ai 67 anni va garantita, soprattutto se ragioniamo in termini di logica contributiva”.

L’idea del presidente dell’Inps è quella di fissare “una linea di età per l'uscita, poi il lavoratore deve essere libero di scegliere quando andare in pensione. Ovviamente con ricalcolo contributivo, come avverrà per tutti dal 2036”. A questo si deve aggiungere un’altra importante riforma, sponsorizzata da Tridico: “È poi necessario prevedere pensioni di garanzia per i giovani, coprendo i vuoti contributivi dovuti al lavoro precario”.

Il giudizio di Tridico su quota 100

Il presidente dell’Inps difende la quota 100, l’anticipo pensionistico per chi ha almeno 62 anni d’età e 38 di contributi versati, introdotta dallo scorso governo: “Quota 100 rappresenta una forma di flessibilità sperimentale rispetto alla riforma del 2011, utilizzata sin qui da 150mila pensionati su 229mila domande. Anche per questo non sono d'accordo con chi parla di uno ‘scalone’ che si aprirebbe alla sua scadenza, il 31 dicembre 2021. Quota 100 nasce già per risolvere lo scalone creato dalla riforma del 2011, la soglia dei 67 anni. Nel 2022 ci sarà meno esigenza di oggi ad uscire a 62 anni con 38 di contributi”.

L’ipotesi di prolungare la quota 100 non vede il presidente dell’Inps contrario. Per Tridico “paradossalmente si potrebbe anche prolungare quota 100 per due anni, perché il numero di chi ha quel tipo di requisiti si sta asciugando. Lo dicono i numeri. Se non tutti gli aventi diritto ne hanno usufruito è perché, oltre alle motivazioni personali, andare in pensione dopo aumenta il montante contributivo e quindi la pensione”.

La proposta di Tridico sulle pensioni

Tridico non si sbilancia comunque sulla riforma delle pensioni e spiega che non deve essere lui a prendere decisioni: “Al presidente dell'Inps compete al massimo l'onere di una proposta, le decisioni sono politiche. Ciò detto mi aspetterei che i risparmi da Quota 100 – 6,2 miliardi nel triennio 2019-2021 rispetto ai 18,6 miliardi stanziati – restino allocati nel settore pensionistico, riprendendo le perequazioni piene, ma soprattutto iniziando a pensare a una pensione di garanzia per i giovani”. Proprio sulle pensioni di garanzia per i giovani si sofferma ancora Tridico, sottolineando l’importanza di un intervento in questa direzione e rimarcando come sia necessario coprire “i vuoti contributivi dovuti al lavoro precario”.

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