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Pensioni, la Cassazione ribadisce chi ha diritto al bonus per rimanere al lavoro

La Cassazione ha recentemente ribadito a chi spetta il bonus per la rinuncia della pensione anticipata. Ne possono avere diritto i dipendenti del settore privato che non hanno però maturato la pensione di vecchiaia anticipata.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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La Corte di Cassazione si è recentemente espressa per cercare di chiarire come lo Stato dovrebbe comportarsi nei confronti di chi non vuole andare in pensione, pur avendo maturato i requisiti di anzianità previsti dalla legge. Stiamo parlando di quei cittadini che, per un motivo o per un altro, potrebbero voler prolungare gli anni di lavoro anche dopo aver raggiunto la soglia di età e di contribuzione. E posticipare la pensione si può, è un diritto che il cittadino può esercitare attraverso il bonus per la rinuncia della pensione di anzianità, contemplato all'interno della Legge Maroni del 2004.

Cosa dice la legge Maroni sulle pensioni di anzianità

Nel testo della legge Maroni si legge:

Per il periodo 2004-2007, al fine di incentivare il posticipo del pensionamento, ai fini del contenimento degli oneri nel settore pensionistico, i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano maturato i requisiti minimi indicati alle tabelle di cui all'articolo 59, commi 6 e 7, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, per l'accesso al pensionamento di anzianità, possono rinunciare all'accredito contributivo relativo all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive della medesima. In conseguenza dell'esercizio della predetta facoltà viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro a tali forme assicurative, a decorrere dalla prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell'esercizio della predetta facoltà. Con la medesima decorrenza, la somma corrispondente alla contribuzione che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all'ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la predetta facoltà, è corrisposta interamente al lavoratore.

In sostanza quindi la legge stabilisce che è previsto un bonus per chi decide di continuare a lavorare anche dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità. Il bonus, che spettava per il periodo 2004-2007, consiste nell'accreditare al lavoratore la contribuzione dovuta all'Inps. Questo bonus va riconosciuto fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia. Un beneficio pensato per contenere la spesa per la previdenza pubblica.

La Cassazione, con la sentenza 18663 del 2017, ha chiarito a chi spetta il bonus: come stabilito anche nella legge, il bonus è per i dipendenti del settore privato che hanno maturato i requisiti minimi per l’accesso al pensionamento di anzianità. I lavoratori devono però essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti o alle forme sostitutive della medesima. Non possono usufruire del "beneficio" coloro che hanno maturato il diritto alla pensione di vecchiaia anticipata. Il bonus infatti copre il periodo che intercorre tra il momento in cui il lavoratore rinuncia alla pensione di anzianità a quello di maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia.

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