Pensioni, ipotesi assegno di garanzia per giovani e precari: almeno 780 euro al mese
Una pensione di garanzia per i giovani e i precari. Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. E con una soglia minima dell’assegno che non deve essere inferiore a 780 euro al mese, con la cifra che deve crescere all’aumentare degli anni lavorati. La proposta è emersa da un primo incontro tra sindacati e governo sul tema della previdenza dei giovani e dei precari. Anche il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, annuncia di voler realizzare una “pensione di garanzia” che aiuti soprattutto i precari, chi ha carriere discontinue e retribuzioni basse. E che riguarda tutte le persone che sono entrate nel mondo del lavoro dopo il 1996 e per questo vedranno calcolata la loro pensione interamente con un sistema contributivo.
Il ministro Catalfo sottolinea su Facebook, dopo l’incontro: “Ho voluto partire dai giovani, e ringrazio le parti sociali per aver condiviso appieno questa mia decisione, perché è arrivato il momento di intervenire per permettere loro di avere un domani una pensione dignitosa. È arrivato il momento di intervenire per permettere ai giovani di avere un domani una pensione dignitosa e stiamo pensando a una misura grazie alla quale ragazzi con carriere discontinue possano ottenere coperture di eventuali buchi contributivi”.
Pensioni di garanzia, il nodo risorse
La questione delle risorse resta però centrale. Non è ancora chiaro quanto il ministero dell’Economia voglia investire per una rivoluzione degli assegni previdenziali nel senso auspicato dai sindacati. E a sottolineare questo aspetto è il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, che chiede al Mef di definire le risorse prima che arrivino le proposte. In ogni caso i sindacati si dicono soddisfatti del primo incontro, rilanciando la proposta e aggiungendo qualche dettaglio. Per esempio la Cisl ritiene che la cifra di questa eventuale pensione di garanzia non possa scendere al di sotto dei 780 euro previsti dalla pensione di cittadinanza.
Le richieste dei sindacati sull'assegno di garanzia
Altra richiesta è quella di legare la pensione agli anni lavorati, cercando di non penalizzare eccessivamente la discontinuità, la disoccupazione involontaria, la formazione e i periodi di bassa retribuzione. Cgil e Uil, invece, chiedono modifiche alle soglie di reddito per accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata previste per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996: ad oggi sono 1,5 volte più alte dell’assegno sociale per quanto riguarda quella di vecchiaia e 2,8 per quella anticipata. Un’altra richiesta è quella di attuare una contribuzione figurativa piena per i periodi di disoccupazione o per i periodi di formazione al di fuori di un impiego, oltre a una revisione della normativa sul riscatto della laurea, oggi considerato troppo oneroso. Il confronto tra sindacati e governo, comunque, rimane aperto.