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Pensioni

Pensioni, governo apre alla quota 41 per alcuni lavoratori: ecco quali e come funziona

Dopo l’incontro tra la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e i sindacati emerge la possibilità di introdurre la quota 41 per alcune tipologie di lavoratori, come quelli precoci e fragili. Si tratterebbe di un meccanismo per mandare in pensione anticipata, seguendo dei requisiti da definire, chi abbia versato almeno 41 anni di contributi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il superamento della quota 100 alla fine della sua sperimentazione sembra ormai cosa certa. Ma la volontà del governo è quella di introdurre un nuovo meccanismo di anticipo pensionistico e di non toccare la quota 100 prima della fine del 2021. Dall’incontro tra sindacati e la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, sono emerse, intanto, novità soprattutto in tema di Opzione donna e Ape sociale, con la proroga al prossimo anno sempre più probabile. Non solo, perché il governo apre anche alla quota 41 per i lavoratori precoci. Proprio la quota 41, peraltro, è uno dei meccanismi che potrebbe prendere il posto della quota 100 dall’inizio del 2022, consentendo a chiunque abbia almeno 41 anni di contributi versati di uscire dal lavoro.

La quota 41 per lavoratori fragili e precoci

La prima rassicurazione arriva a proposito della quota 100. Ignazio Ganga, segretario confederale della Cisl, spiega che il “governo ha ribadito che quota 100 non verrà toccata fino alla scadenza naturale del 2021 né verranno introdotti meccanismi penalizzanti”. Nessuna modifica, quindi, fino alla scadenza della misura sperimentale introdotta dal governo formato da M5s e Lega. Sempre Ganga spiega che la ministra Catalfo “ha manifestato la volontà di allargare l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi ai lavoratori fragili”. Una quota 41 allargata, insomma. Che come spiega anche Domenico Proietti, segretario confederale Uil, dovrebbe riguardare anche i precoci: “C’è stata un’apertura volta a facilitare l’accesso a quota 41 per i lavoratori precoci”.

Pensioni, la proroga per Ape sociale e Opzione donna

Un’altra rassicurazione arriva dallo stesso Ganga sul tema dell’Opzione donna e dell’Ape sociale: “Il governo ha comunicato di voler prorogare Ape sociale e Opzione donna, misure che la Cisl ha chiesto vengano invece rese strutturali da subito”. Per quanto riguarda l’Ape sociale il governo vorrebbe allargare l’accesso anche ai lavoratori disoccupati non coperti dalla Naspi e ai lavoratori fragili. Sulla proroga dell’Ape sociale interviene anche Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, ribadendo l’impegno preso dal governo e l’ipotesi di un ampliamento della platea a disoccupati e lavoratori fragili. Per quanto riguarda l’Opzione donna, la proroga dovrebbe essere di un altro anno, forse l’ultimo. L’idea, infatti, è quella di sostituire la misura con una organica, da inserire nella riforma complessiva delle pensioni che sarà necessario mettere a punto proprio per il 2022, quando non ci sarà più la quota 100.

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