Pagamento Reddito di Cittadinanza a febbraio 2023, data ricarica Inps e novità
I primi accrediti del Reddito di Cittadinanza del mese sono partiti lo scorso 15 febbraio a beneficio dei neopercettori, ovvero coloro che lo ricevono per la prima volta. Invece, l'accredito per coloro che hanno già ricevuto almeno una prima mensilità o la devono ricevere a seguito del rinnovo dopo i primi 18 mesi è previsto per il prossimo 27 febbraio.
Questo mese, tuttavia, alcuni titolari potrebbero non ricevere regolarmente l'assegno. Si parla di coloro che non hanno rispettato la scadenza, fissata lo scorso 31 gennaio, per la presentazione all'Inps della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), utile per il nuovo Isee. Come già anticipato dall'Istituto, in questo caso il pagamento dell'Rdc verrà sospeso finché il cittadino non avrà rinnovato l'Indicatore di Situazione Economia Equivalente, che non deve superare i 9.360 euro annui.
Intanto, la Commissione europea ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia sostenendo che le prestazioni di assistenza sociale come il Reddito di Cittandinanza "dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell'Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza". A oggi, infatti, uno dei requisiti indispensabili per ricevere la misura è la residenza italiana.
Pagamento Reddito di Cittadinanza a febbraio 2023, date in calendario
Il Reddito di Cittadinanza di febbraio 2023 viene erogato ai titolari in due tranche:
- dal 15 febbraio a coloro che ne beneficiano per la prima volta;
- dal 27 febbraio a coloro che hanno ricevuto già una mensilità o hanno avuto risposta positiva alla richiesta di rinnovo dopo 18 mesi.
Gli importi del Reddito di Cittadinanza a febbraio 2023
A febbraio gli importi del Reddito di Cittadinanza rimangono invariati rispetto al 2022. Nonostante il governo Meloni abbia riformato in parte la misura, anche le modalità per calcolare la cifra spettante rimangono le stesse. Il calcolo si basa su tre indicatori:
- il reddito familiare;
- la composizione del nucleo familiare;
- le scale di equivalenza stabilite dal decreto attuativo del 2019.
Come spiegato dal ministero, "la scala di equivalenza equivale a 1 per il primo componente del nucleo familiare ed è aumentata di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza".
Fermo restando che la cifra mensile erogata non può essere maggiore di 780 euro (9.360 euro annui) "moltiplicati per la scala di equivalenza e ridotti per il valore del reddito familiare". Bisogna tenere conto, inoltre, che "la percezione di altri trattamenti assistenziali o redditi rilevati nell'Isee porta all'abbassamento dell'importo".
Cosa succede al Reddito di Cittadinanza se non si è rinnovato l'Isee
Nel mese di febbraio alcuni titolari potrebbero non ricevere regolarmente il Reddito di Cittadinanza. Entro lo scorso 31 gennaio, infatti, andava presentata all'Inps – sul portale online oppure tramite Caf o patronati – la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento che indica i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali aggiornati del nucleo familiare. È utile all'Istituto per calcolare l'Isee aggiornato che viene rilasciato qualche giorno dopo la presentazione. Il mancato aggiornamento dell'Indicatore di Situazione Economia Equivalente entro il termine indicato – quello degli aventi diritto all'Rdc non può superare i 9.360 euro annui – porta alla sospensione della misura. L'erogazione potrà ripartire il mese successivo l'avvenuta presentazione dei documenti necessari al rinnovo dell'Isee.
Tutte le nuove regole e requisiti del Rdc dal 2023
La Legge di Bilancio 2023, a firma del governo Meloni, ha modificato in gran parte il Reddito di Cittadinanza. Nulla cambierà per i percettori certificati inabili al lavoro o che hanno a carico persone con disabilità, over 60 o minori.
I cambiamenti si riscontreranno, invece, nella fascia di percettori "occupabili", ovvero abili al lavoro, che hanno dai 18 ai 59 anni. A questi soggetti verrà erogata la misura solo fino a luglio 2023, ma esclusivamente nel rispetto di alcune condizioni. Dovranno frequentare per sei mesi un un corso di formazionee/o di riqualificazione professionale e dovranno svolgere "progetti utili alla comunità". Inoltre, se rifiuteranno anche solo un'offerta di lavoro ritenuta "congrua"- ovvero distante meno di 80 chilometri dall'indirizzo di residenza e raggiungibile entro cento minuti con i mezzi pubblici – il beneficio decadrà automaticamente. Prima delle riforma Meloni i percettori potecano rifiutare fino a due offerte di lavoro prima di perdere l'assegno.
Ma queste regole varranno solo per il 2023. Per il 2024 non è stata ancora diffusa nessuna notizia ufficiale relativa all'rdc. Il governo ha solo annunciato di voler abolire la misura di sostegno al reddito, delineando una riforma strutturale sul contrasto alla povertà – la ministra del lavoro, Marina Calderone, ha dichiarato che per i fragili arriverà "un nuovo strumento di tutela più aderente alle loro esigenze"– e sulle politiche attive del lavoro. A oggi, tuttavia, non è ancora stato approvato nessun decreto in merito.
Perché la Commissione Ue ha aperto una procedura d'infrazione sul reddito
La Commissione europea ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia sostenendo che le prestazioni di assistenza sociale come il Reddito di Cittandinanza "dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell'Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza". A oggi, infatti, uno dei requisiti indispensabili per ricevere la misura è la residenza italiana.
Di conseguenza, secondo la Commissione europea, la misura di sostegno al reddito non sarebbe in linea con il diritto Ue in materia di libera circolazione dei lavoratori, diritti dei cittadini, residenti e protezione internazionale. Per lo stesso motivo, è in arrivo una procedura di infrazione anche per l'Assegno Unico per i figli.