Pagamento pensioni di novembre 2023, date in calendario e ultime novità
Le prossime pensioni potranno essere ritirate in contanti agli sportelli postali dal 2 novembre al 6 novembre 2023, secondo la turnazione alfabetica consigliata e affissa fuori dagli uffici. Invece, i pensionati che hanno scelto l'accredito su conto corrente, libretti di risparmio, conti BancoPosta, Postepay Evolution, carte Postamat o carte libretto, vedranno l'accredito dell'assegno il 2 novembre, primo giorno bancabile del mese, dato che il 1° novembre è un festivo.
A dicembre 2023, le pensioni vedranno un aumento grazie all'anticipo del conguaglio della perequazione effettuata lo scorso gennaio, quando l'adeguamento era stato fissato al 7,3%. Tuttavia, nel 2022 l'inflazione effettiva è stata dell'8,1% e ai pensionati deve essere rimborsato quello 0,8% di differenza, moltiplicato per undici mesi. L'esecutivo ha deciso di anticipare questo conguaglio da gennaio 2024 a dicembre 2023.
Dopo l'approvazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge di bilancio per il 2024, si conoscono già alcuni provvedimenti che il governo attuerà l'anno prossimo in materia di pensione. Ritornerà l'attuale opzione per la pensione anticipata, Quota 103, che permette di lasciare il lavoro con 62 anni d'età e 41 di contributi, ma con l'aggiunta di diversi paletti. Nel 2024 verranno prorogate anche Ape sociale e Opzione donna ma con delle restrizioni.
Pensioni di novembre 2023, il calendario dei pagamenti di Poste Italiane
Le pensioni di questo mese saranno erogate in contanti alle poste a partire dal 2 novembre fino al 6 novembre 2023. All'esterno degli sportelli potrebbe essere affissa una turnazione alfabetica consigliata per il ritiro che segue quest'ordine:
- cognomi dalla A alla C: giovedì 2 novembre 2023;
- cognomi dalla D alla K: venerdì 3 novembre 2023;
- cognomi dalla L alla P: sabato 4 novembre 2023;
- cognomi dalla Q alla Z: lunedì 6 novembre 2023;
Pagamento pensioni di novembre 2023 in banca
I titolari di pensione che hanno scelto di ricevere il trattamento mediante accredito bancario su conto corrente, libretto di risparmio, conto BancoPosta, Postepay Evolution, carta Postamat o carta libretto lo vedranno erogato giovedì 2 novembre 2023, ovvero il primo giorno bancabile del mese, dato che il 1° novembre è un festivo.
Come controllare il cedolino delle pensioni di novembre 2023
Controllare il cedolino della pensione è fondamentale per venire a conoscenza delle date precise di erogazione o di eventuali variazioni nell'importo. Quest'operazione può essere eseguita essere fatto tramite Caf oppure online, autonomamente. È sufficiente:
- effettuare l'accesso alla propria sezione personale sul portale Inps tramite Pin, Spid, Carta d'Identità Elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
- cliccare su MyInps;
- entrare nella sezione "Prestazioni e servizi";
- cliccare su "Cedolino pensione e servizi collegati”.
Di quanto aumentano le pensioni a fine anno e per chi
A dicembre 2023, le pensioni vedranno un aumento dovuto all'anticipo del conguaglio della perequazione effettuata lo scorso gennaio. Come ogni anno, infatti, anche all'inizio del 2023 i trattamenti pensionistici hanno subito una rivalutazione per far fronte all'inflazione dell'anno precedente, con una percentuale di adeguamento fissata al 7,3%. Tuttavia, nel 2022 l'inflazione effettiva è stata dell'8,1% e ai pensionati deve essere rimborsato quello 0,8% di differenza, moltiplicato per undici mesi. Nel decreto Anticipi, approvato lo scorso 16 ottobre, il governo ha deciso di anticipare il conguaglio da gennaio 2024 a dicembre 2023.
L'aumento sul cedolino di dicembre riguarderà tutta la platea beneficiaria di un trattamento pensionistico ma in proporzioni diverse a seconda dell'importo lordo dell'assegno mensile. Anche per quanto riguarda il conguaglio, varranno le sei fasce di calcolo introdotte dal governo Meloni e applicate per calcolare l'effettivo ammontare della rivalutazione:
- al 100% (dell0 0,8%) per le prestazioni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps, ovvero fino a 2.101,52 euro lordi mensili (il minimo è 525,38 euro); (chi prende un assegno da 1.000 euro, ad esempio, riceverà un conguaglio di 88 euro)
- all'85% (dello 0,8%) per le pensioni tra quattro e cinque volte il minimo, dai 2.101,52 ai 2.626,90 euro (chi prende un assegno da 2.500 euro riceverà un conguaglio di 187 euro);
- al 53% (dello 0,8%) per gli assegni tra cinque e sei volte il minimo, cioè quelle da 2.626,90 a 3.152,28 euro (chi prende un assegno da 3.000 euro riceverà un conguaglio di circa 139 euro);
- al 47% (dello 0,8%) per le prestazioni che vanno tra sei e otto volte il minimo, quindi da 3.152,28 a 4203.04 euro (chi prende un assegno da 3.500 euro riceverà un conguaglio di circa 158 euro);
- al 37% (dello 0,8%) per le pensioni tra otto e dieci volte il minimo, quindi da 4203.04 a 5.253,80 euro (chi prende un assegno da 5.000 euro riceverà un conguaglio di circa 163 euro);
- al 32% (dello 0,8%) per gli assegni oltre dieci volte il minimo, cioè quelle da più di 5.254 euro (chi prende un assegno da 6.000 euro riceverà un conguaglio di circa 169 euro);
Le ultime novità sulle pensioni
La Legge di Bilancio del 2024 dovrebbe prevedere alcune novità in materia di pensioni. Per quanto riguarda le rivalutazioni sulla base dell'inflazione, il governo Meloni ha già annunciato un'ulteriore stretta sugli assegni più alti. Sui trattamenti oltre dieci volte il minimo, ovvero dai 5.254 euro in su, la rivalutazione dovrebbe passare dal 32% al 22%, con un taglio di dieci punti.
Nelle bozze della futura Manovra, è stata cancellata Quota 104, che avrebbe dato la possibilità di andare in pensione anticipata con 63 anni d'età e 41 di contributi. Ritornerà invece l'attuale opzione per la pensione anticipata, Quota 103 (62 +41) ma con l'aggiunta di diversi paletti e restrizioni. Infatti, il calcolo dell'importo non sarà più fatto con il sistema misto retributivo/contributivo oggi a regime ma interamente con il metodo contributivo. Questo porterà a un abbassamento degli importi. Inoltre, il tetto massimo mensile verrà abbassato da cinque a quattro volte il minimo e si allungheranno le ‘finestre di uscita', cioè il tempo che chi ha maturato i requisiti deve aspettare prima di poter effettivamente lasciare il lavoro. Per i lavoratori privati si passa da tre a sette mesi, per quelli del settore pubblico da sei a nove.
Ape sociale e Opzione donna – che dovevano essere cancellate e confluire in un "fondo per la flessibilità" – verranno prorogate anche nel 2024 ma penalizzate. Per l'Ape Sociale – la possibilità, per alcune categorie di lavoratori, come disoccupati, invalidi e caregiver di andare in pensione anticipata – si passa da una soglia di 63 anni di età e 30 anni di contributi a 63 anni e cinque mesi, sempre con 30 anni di contributi. Anche per Opzione Donna – destinata alle caregiver che assistono un coniuge o un partente di primo grado da sei mesi, alle invalidi civili al 74%, alle lavoratrici licenziate o alle dipendenti di aziende in crisi – si passa dalla soglia dei 60 anni di età ai 61 (ridotti a 60 anni con un figlio e a 59 con due). Mentre gli anni di contributi necessari restano 35.