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Pensioni

Pagamento pensioni di gennaio 2023, le date di Poste Italiane e di quanto aumentano

Le pensioni di gennaio saranno accreditate su conto bancario il 3 gennaio, mentre si potranno ritirare in contanti alle Poste dal 3 al 9 gennaio. Con la Legge di Bilancio 2023 sono in arrivo diverse modifiche in tema di trattamenti previdenziali. Vediamo quali e a chi spettano gli aumenti.
A cura di Daniela Brucalossi
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Nel primo mese del 2023 le pensioni verranno accreditate il 3 gennaio, ovvero, come da disposizione Inps, il secondo giorno bancabile del mese. Mentre chi abitualmente le ritira in contanti alle Poste lo potrà fare dal 3 al 9 gennaio, seguendo la turnazione alfabetica consigliata affissa fuori dagli sportelli.

A causa dell'alto dato inflazionistico rileveato dall'Istat, la rivalutazione 2023 sui trattamenti sarà consistente: il 7,3%. La Legge di Bilancio 2023, stabilisce, inoltre, la modifica dello schema di applicazione della rivalutazione sui diverse importi di pensione: non ci saranno più tre scaglioni ma sei fasce. È stata confermata la rivalutazione al 100% del 7,3% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo lordo stabilito dall'Inps, 525,38 euro, e all'85% del 7,3% per quelli tra quattro e cinque volte il minimo.

Pagamento pensioni di gennaio 2023, il calendario e le date di Poste Italiane

Anche nel mese di gennaio i titolari di pensioni riceveranno il proprio trattamento con tempistiche diverse a seconda della modalità di erogazione che hanno scelto:

  • dal 3 gennaio al 9 gennaio in contanti agli sportelli postali (all'esterno di molti uffici dovrebbe essere affissa una turnazione alfabetica consigliata per il ritiro);
  • il 3 gennaio tramite accredito su Libretto di Risparmio, Conto BancoPosta, Postepay Evolution, carta Postamat o Carta Libretto.

Come controllare il cedolino delle pensioni di gennaio sul sito dell'Inps

Nel mese di gennaio, per conoscere la variazione d'importo della propria pensione dovuto alla perequazione 2023, occorre controllare il cedolino. Per farlo bisogna accedere alla sezione personale sul sito dell'Inps, anche facendosi aiutare presso un Caf. In ogni caso, il procedimento è molto semplice:

  • effettuare l'accesso alla propria sezione personale sul portale Inps tramite Pin, Spid, Carta d'Identità Elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
  • cliccare sulla sezione dedicata del portale;
  • cliccare sull'icona che fa al caso proprio (sono disponibili, ad esempio, i servizi "ultimo cedolino", "confronta cedolino", "modifica dati personali", "recupero Certificazione Unica").

Di quanto aumentano le pensioni da gennaio 2023

A causa dell'alto tasso d'inflazione attuale, per il 2023 è stato necessario prevedere una rivalutazione record: il 7,3%. Inoltre, la Legge di Bilancio prevede un cambio di parametri per l'applicazione della rivalutazione sui diversi importi: non più tre scaglioni ma sei fasce. Un nuovo schema che, rispetto a prima, dà più vantaggio ai titolari di assegni fino a 2.626,90 euro e meno a chi percepisce un importo più alto. Vediamo quali percentuali saranno applicate su ogni pensione:

  • l'adeguamento sarà applicato a pieno (il 100% del 7,3%) sulle pensioni fino a 2.101,52 euro, ovvero fino quattro volte il minimo lordo, fissato a 525,38 euro per tutti e a 600 euro per gli over 75;
  • all'85% del 7,3% (6,2%) tra quattro e cinque volte il minimo lordo (quindi tra 2.101,52 e 2.626,90 euro);
  • al 53% del 7,3% (3,9%) tra cinque e sei volte il minimo lordo (tra 2.627 e 3.152 euro);
  • al 47% del 7,3% (3,4%) tra sei e otto volte il minimo (tra 3.152 e 4.203 euro);
  • al 37% del 7,3% (2,7%) tra otto e dieci volte il minimo (tra 4.203 e 5.254 euro);
  • al 32% del 7,3% (2,3%) oltre dieci volte il minimo (sopra 5.254 euro).

Vediamo degli esempi di importo:

  • i trattamenti da 1000 euro lordi percepiranno un incremento di 73 euro lordi;
  • da 1500 euro lordi aumenteranno di 109,5 euro;
  • da 2mila euro lordi saranno incrementati di 146 euro;
  • da 2500 euro lordi subiranno una rivalutazione di 155 euro;
  • da 3000 lordi aumenteranno di 117 euro;
  • da 4000 saranno rivalutati di 136 euro;
  • da 5000 aumenteranno di 135 euro;
    da 6000 saranno incrementati da 138 euro.

Come funziona Quota 103 e chi può andare in pensione in anticipo

Dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore il regime pensionistico Quota 103: si potrà andare in pensione a 62 anni d'età e almeno 41 anni di contributi, ricevendo al massimo un importo pari a cinque volte la pensione minima di 525,38 euro lordi.  Gli anni di contributi si potranno ottenere anche in regime di cumulo, unendo i contributi versati a diversi enti previdenziali, con l'eccezione delle casse professionali private.

Se tutti questi requisiti verranno maturati entro il 31 dicembre 2023, si potrà andare in pensione con questo regime anche negli anni successivi. Questo nonostante Quota 103 dovrebbe rimanere in vigore solo l'anno prossimo.

Coloro che continueranno a lavorare pur avendo i requisiti necessari per smettere potranno beneficiare di una decontribuzione del 10%, il cosiddetto bonus Maroni.

Come cambierà Opzione Donna dopo la manovra del governo

Opzione Donna, la misura che finora ha permesso a tutte le lavoratrici di andare in pensione anticipata con 35 anni di contributi, cambierà nel 2023. La Legge di Bilancio, infatti, stabilisce che la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro varrà solo per tre categorie di lavoratrici: caregiver, donne con un'invalidità civile superiore o uguale al 74% e licenziate o dipendenti di aziende in crisi. La soglia anagrafica, invece, sarà legata al numero di figli: 58 anni con due figli o più, a 59 un figlio, a 60 senza figli.

Aumentano anche le pensioni minime a 600 euro

Esclusivamente per il 2023, gli over 75 che percepiscono la pensione minima vedranno passare l'importo da 525,38 a 600 euro. Non solo. oltre alla rivalutazione del 7,3%, vedranno un 6,4% in più. Una perequazione che porterà il trattamento a circa 697 euro. È  quanto ha stabilito il governo nella Legge di Bilancio 2023.

L'aumento a 600 euro non varrà  per i percettori di pensione minima con meno di 75 anni. A loro spetterà, tuttavia, un'ulteriore rivalutazione dell'1,5% rispetto a quella base del 7,3%. Questo porterà gli importi a 570 euro mensili nel 2023.

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