Pagamento Assegno Unico a novembre 2023: date accredito Inps e per chi scatta il taglio degli importi
L'assegno unico di questo mese verrà accreditato il 16, 17, 20 novembre 2023 a quei nuclei familiari che l'hanno già ricevuto nei mesi scorsi e per i quali la rata non ha subito nessuna variazione. Mentre i genitori che percepiscono anche il reddito di cittadinanza e che, nelle scorse settimane, non hanno ricevuto nessun messaggio dall'Inps con l'avviso di sospensione riceveranno l'assegno unico insieme all'rdc sull'apposita carta di Poste Italiane dal 27 novembre 2023.
Da questo mese, l'assegno potrebbe essere ridotto al minimo di 54 euro per diverse famiglie. Il taglio sull'importo riguarderà chi nel 2023 ha presentato un Isee recante "omissioni o difformità" relative ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati. L'unico modo a disposizione della famiglia interessata per ritornare a percepire importi più sostanziosie e recuperare i soldi non ricevuti a novembre e dicembre sarà di regolarizzare la propria situazione entro il 31 dicembre 2023. Vediamo in che modo.
Assegno Unico a novembre 2023: calendario pagamento su carta Rdc e conto corrente
L'assegno unico di questo mese verrà erogato in due tranche:
- il 16, 17, 20 novembre 2023 a coloro che non hanno subito variazioni rispetto a ottobre;
- dal 27 novembre ai genitori che percepiscono anche il reddito di cittadinanza e non hanno ricevuto nessun avviso di sospensione.
Come controllare i pagamenti dell'Assegno Unico Inps
Per vericare le date di accredito e gli importi che spettano alle famiglie a novembre 2023 è necessario:
- accedere alla sezione personale "Fascicolo previdenziale del cittadino” del portale Inps;
- una volta dentro, cliccare sulla voce "Prestazione";
- cliccare sulla voce "Pagamenti";
- selezionare l'anno in corso, il 2023.
Per chi scatta il taglio degli importi da novembre 2023
L’importo mensile dell’assegno unico è attribuito sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare beneficiario della prestazione. Per questo, già lo scorso agosto l'Inps aveva annunciato che da settembre avrebbe ridotto al minimo (54 euro) gli assegni delle famiglie che avessero presentato Isee “recanti omissioni o difformità relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati". Poi, dato il periodo estivo in corso, l'Istituto aveva spostato il termine per mettere in regola l'Isee a novembre 2023. Perciò, con l'assegno di questo mese, diverse famiglie potrebbero percepire la cifra minima di 54 euro.
Come regolarizzare l'Isee per l'Assegno Unico
L'Inps avviserà l'utente dell'omissione o difformità nell'Isee mediante l’invio di un’apposita comunicazione. A quel punto, l'unico modo a disposizione della famiglia per ritornare a percepire importi più sostanziosie e recuperare i soldi non ricevuti a novembre e dicembre sarà di regolarizzare la propria situazione entro la fine dell'anno. Non facendolo, c'è la possibilità che, nel 2024, in sede di conguaglio, l'Inps sottragga al nucleo la somma che ritiene sia stata percepita irregolarmente nel 2023.
È possibile mettersi in regola in diversi modalità:
- presentando una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), priva di difformità;
- richiedendo al Caf intermediario la rettifica della DSU che è stata trasmessa in precedenza, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora il Caf abbia commesso un errore materiale;
- presentando alla struttura Inps territorialmente competente la documentazione idonea per dimostrare la completezza e la veridicità dell’Isee relativamente al componente del nucleo familiare cui sono riferite le omissioni/difformità esposte nella tabella di dettaglio dell’attestazione.
L'Inps spiega che, per quanto riguarda omissioni o difformità nel patrimonio mobiliare, si potrà presentare documentazione giustificativa, quale:
- la documentazione dell'intermediario finanziario (ad esempio, estratto conto ecc) che provi la correttezza dei saldi e delle giacenze dei rapporti finanziari indicati nella DSU;
- la denuncia presentata all’Autorità competente in cui si evince che il rapporto finanziario omesso in DSU è stato aperto all’insaputa del titolare del rapporto;
- la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesta la chiusura del rapporto finanziario omesso in DSU (ad esempio, conto corrente chiuso, vendita di titoli, ecc.) negli anni precedenti a quello di riferimento dei dati patrimoniali esposti nella DSU con omissioni/difformità (ad esempio, per una DSU presentata a gennaio 2023 il rapporto omesso deve essere chiuso prima del 2021; infatti, anche un solo giorno di possesso nel 2021 implica che il rapporto debba essere dichiarato);
- la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesta l’effettiva assenza del rapporto finanziario omesso in DSU, risultante negli archivi dell’Agenzia delle Entrate per un errore dell’intermediario stesso;la documentazione rilasciata sia dall’istituto di credito sia dalla società di gestione del risparmio, dalle quale risulti sostanzialmente la consistenza del medesimo patrimonio mobiliare;
Per quanto riguarda, invece, il reddito omesso/difforme, l'interessato può presentare la documentazione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate che attesti che l’omissione/difformità segnalata nell’attestazione Isee non è più valida (ad esempio, il datore di lavoro ha comunicato all’Agenzia delle Entrate una Certificazione Unica errata) e, pertanto, il valore dichiarato nel Quadro FC8, sez. II, della DSU è corretto.