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Ora la Bce promuove l’Italia (ma solo sul rigore nei conti)

Il bollettino mensile della Banca Centrale Europea inserisce il nostro Paese fra quelli virtuosi, assieme a Germania, Estonia, Lussemburgo, Austria e Finlandia. Ma preoccupano occupazione e crollo dell’export.
A cura di Redazione
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Buone notizie per il nostro Paese dal bollettino mensile della Banca Centrale Europea. Malgrado manchino ancora evidenti segnali di crescita (con il costante aumento della disoccupazione, il crollo della produzione industriale e la stretta nell'acceso al credito), il percorso di risanamento delle finanze pubbliche sembra aver portato i primi effetti concreti. Stando a quanto annuncia la Bce, infatti, l'Italia è fra i sei Paesi virtuosi, in cui i disavanzi pubblici risultano inferiori al valore di riferimento del 3% del prodotto interno lordo. Gli altri 5 Paesi virtuosi sono Germania, Estonia, Lussemburgo, Austria e Finlandia. Anche per quel che riguarda i titoli di Stato, la Bce promuove il nostro Paese, rilevando come ci sia un miglioramento delle condizioni del mercato primario dei titoli di Stato, come dimostrano il buon esito delle aste di titoli di Stato e il rientro degli investitori esteri". Moderatamente soddisfatto il ministro per l'Economia Saccomanni, che però ha ricordato quanto resti ancora da fare per migliorare: "Il governo è consapevole  di dover lavorare in condizioni difficili per far ripartire il motore inceppato dell’economia. Però l’Italia ha il potenziale per invertire il ciclo sfavorevole, a patto di mantenere costante l’attenzione al risanamento di bilancio, precondizione per preservare la stabilità finanziaria".

Nello stesso bollettino in effetti sono rintracciabili anche alcuni segnali di forte preoccupazione per la nostra economia, dal crollo dell'occupazione ("le statistiche indicano che è probabile che l’occupazione si sia ulteriormente ridotta nei primi due trimestri del 2013"), passando per il potenziale rischio di un nuovo aumento dei rendimenti sui titoli di Stato, fino ad arrivare alla netta flessione delle "quote di mercato delle esportazioni calcolate a livello mondiale".

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