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Nuovo congedo parentale fino a 12 anni: come funziona e quanto dura per le madri e i padri

Il governo ha approvato due schemi di decreto legislativo per recepire una direttiva europea: ok al nuovo congedo parentale per madri e padri, esteso fino ai 12 anni d’età dei figli.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il congedo parentale sta per cambiare, con un'estensione delle possibilità per lavoratori e lavoratrici. Si tratta del diritto ad avere un periodo di astensione dal lavoro per accudire i propri figli, valido sia per le madri che per i padri. Per le prime, in particolare, si somma al tempo di astensione obbligatoria per maternità. Lo scorso 31 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato due schemi di decreto legislativo che recepiscono una direttiva europea. Regista dell'operazione è stato il ministro del lavoro Andrea Orlando. Gli schemi, ora, devono ottenere il parere favorevole delle commissioni competenti di Camera e Senato. Quindi il consiglio dei ministri procederà con l'approvazione definitiva dei decreti e dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale quest'ultimi diventeranno legge.

Le novità principali dei due schemi sono l'estensione del congedo dai 6 fino ai 12 anni di età del bambino o della bambina e l'entrata a regime di un congedo obbligatorio di 10 giorni per i papà. A queste novità, però, si aggiungono ulteriori modifiche. Vediamo quindi nel dettaglio come funzionerà e quanto durerà il nuovo congedo parentale per entrambi i genitori.

Quando si può usufruire del congedo parentale e per quanto tempo

Come detto il congedo parentale è un periodo di assenza giustificata dal lavoro che spetta sia alle madri che ai padri e viene coperto (del tutto o in parte) da un'indennità statale (pagata dall'Inps). Si tratta di un congedo volontario da utilizzare entro i 12 anni di età del figlio o della figlia, che si distingue da quello obbligatorio in prossimità del parto.

Partiamo da quest'ultimo. Con i nuovi decreti, diventerà strutturale il congedo obbligatorio di 10 giorni per i papà. Si può utilizzare dai due mesi precedenti ai cinque successivi al parto, sia in caso di nascita, che di morte prematura del bambino/a. Si tratta di un diritto che si somma al congedo alternativo, che spetta soltanto nei gravi casi di morte, infermità o abbandono del piccolo o della piccola da parte della madre. Il congedo paterno si aggiunge a quello di maternità, che è il periodo durante le quali le donne non possono lavorare perché in gravidanza o perché appena uscite da una gravidanza. Vale per: i 2 mesi prima la data presunta del parto, salvo flessibilità; per il periodo tra la data presunta del parto e la data effettiva; durante i 3 mesi dopo il parto, sempre salvo flessibilità; nei giorni non goduti prima del parto, se avviene in una data anticipata. Il nuovo decreto, poi, estenderà il diritto all'indennità di maternità alle lavoratrici autonome e alle libere professioniste, anche per gli eventuali periodi di astensione anticipati per gravidanza a rischio.

Il congedo volontario, invece, per i lavoratori dipendenti vale 10 mesi ed è fruibile nei primi 12 anni d'età del bambino o della bambina (anche in caso di adozione o affidamento). Il periodo va però ripartito tra i due genitori (se lo prendono entrambi per ognuno non si può superare il sesto mese, con la somma dei due che deve arrivare al massimo a 10). In totale i mesi coperti dall'indennità statale vengono aumentati da 6 a 9 e il singolo genitore, se l'altro non usufruisce del diritto o se è solo, potrà da ora avere 11 mesi di fermo dal lavoro. Se però il rapporto lavorativo finisce all'inizio o durante il periodo di congedo, il diritto viene meno dalla data di interruzione dell'occupazione.

Per le lavoratrici autonome il congedo parentale dura un massimo di tre mesi, da fruire entro il primo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia, in caso di adozione o affidamento. Un'ulteriore indennità di tre mesi è riconosciuta alle madri lavoratrici autonome con un reddito inferiore a 8.145 euro annui (con la misura in questo caso estesa anche ai padri nelle stesse condizioni economiche).

Congedo parentale, a quanto ammonta l'indennità nel 2022

L'indennità statale continuerà a variare a seconda del tipo di congedo. Per i congedi obbligatori di maternità e paternità varrà l'80% della retribuzione giornaliera calcolata sull'ultimo mese di paga prima del fermo. Di regola viene anticipata in busta paga dal datore di lavoro. Per quanto riguarda il congedo parentale di 10 o 11 mesi, invece, per i primi 30 giorni si è coperti con il 100% della retribuzione, mentre dopo l'indennità si abbassa al 30% fino alla fine del periodo spettante. L'indennità di congedo non viene concessa a: genitori disoccupati o sospesi; genitori lavoratori domestici; genitori lavoratori a domicilio.

I nuovi schemi di decreto, poi, prevedono che i datori di lavoro (pubblici e privati) che stipulano accordi di lavoro agile debbano considerare prioritarie le richieste di chi ha figli under 12 (con nessun limite in caso di disabilità).

Come richiedere il congedo parentale sul sito Inps

Lavoratrici e lavoratori dipendenti possono richiedere l'indennità di congedo parentale volontario sul sito dell'Inps, tramite il servizio online dedicato. Altrimenti si può contattare il Contact center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile. Infine c'è la possibilità di recarsi a un patronato o da enti di intermediazione, per farsi fare la pratica. Le stesse modalità valgono per richiedere il congedo parentale per lavoratrici autonome e il congedo obbligatorio di maternità e paternità.

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