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Novità in arrivo per i rogiti immobiliari: cosa cambierà nei contratti di vendita delle case

Cambiano i rogiti immobiliari. Il ddl Lavoro, in attesa del via libera del Senato, elimina l’obbligo per acquirenti e venditori di inserire le provvigioni versate agli agenti immobiliari all’interno dell’atto di cessione dell’abitazione.
A cura di Giulia Casula
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Novità in arrivo per i rogiti immobiliari: non sarà più necessario inserire gli importi delle provvigioni pagate agli agenti nelle trattative di compravendita di un'abitazione.

L'articolo 22 del ddl Lavoro, appena trasmesso al Senato dopo l'ok della Camera, modifica il decreto legge n. 223 varato nel 2006 dall'allora ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. La norma, attualmente ancora in vigore, prevede che nell'atto di cessione di un immobile "ciascuna delle parti ha l'obbligo di dichiarare se si è avvalsa di un mediatore", cioè un agente, "di fornire i dati identificativi del titolare", tramite codice fiscale o partita iva, e  "l'ammontare della spesa sostenuta per tale attività e le analitiche modalità di pagamento della stessa".

In sostanza, acquirente e venditore sono tenuti a dichiarare l'importo della provvigione pagata all'agente che ha seguito la compravendita. Il ddl Lavoro elimina quest'obbligo, mantenendo invece tutti gli altri adempimenti, tra cui quello di riferire il numero di iscrizione al ruolo degli agenti di affari in mediazione e della Camera di commercio.

Le provvigioni dunque, non faranno più parte dei rogiti. Al momento del passaggio di proprietà dell'immobile, le parti dovranno limitarsi a indicare "l’ammontare della spesa sostenuta per tale attività o, in alternativa, il numero della fattura emessa dal mediatore e la corrispondenza tra l’importo fatturato e la spesa effettivamente sostenuta nonché, in ogni caso, le analitiche modalità di pagamento della stessa".

In altre parole, basterà riportare il numero della fattura emessa dall'agente senza dover specificare l'importo a lui versato.

L'abolizione dell'obbligo di indicare le provvigioni, che in origine era stato pensato per contrastare l'evasione fiscale, ha lo scopo "di tutelare la privacy e la riservatezza riguardo gli aspetti economici della prestazione di mediazione, ma anche di salvaguardare la libera trattativa tra cittadino e professionista", ha spiegato al Sole 24 ore Gian Battista Baccarini, presidente nazionale della Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip). "Dal momento che sugli importi di mediazione da versare c’è una trattativa totalmente libera, non ha senso far conoscere alla controparte quanto è stato pattuito, creando situazioni spesso sgradevoli", ha aggiunto.

Oggi "la diffusione dell’obbligo di fatturazione elettronica ha fatto venire meno le riserve che c’erano in passato" in merito al rischio che rimuovendo l'obbligo si potesse facilitare l'azione di furbetti ed evasori.  "Ora è sufficiente il riferimento alla fattura per ricostruire tutta la catena del pagamento", fa notare Baccarini. "Inoltre, va ricordato che nessuno degli altri professionisti coinvolti in una vendita indica esplicitamente il proprio compenso".

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