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Mutui: portabilità a rischio, chi può si affretti a cambiare

La Federal Reserve non tocca i tassi e chi vuol sottoscrivere un mutuo può sorridere ancora. Ma le associazioni dei consumatori avvertono: una direttiva Ue mette a rischio la portabilità gratuita dei mutui stessi…
A cura di Luca Spoldi
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La Federal Reserve non tocca i tassi e i mercati, che se li avesse alzati avrebbero probabilmente lanciato grida disperate del tipo “si salvi chi può” decidono di lanciare grida disperate del tipo “la crisi sta arrivando” o, al contrario, “la Fed resterà dietro la curva” (ossia tarderà troppo ad alzare i tassi, dovendo poi inseguire il mercato). Lasciamo stare i mercati al loro andamento erratico e cerchiamo di capire cosa cambia per chi ha acceso un prestito o un mutuo in banca: per ora poco o nulla, dato che i tassi che avevano frazionalmente iniziato a scontare un possibile rialzo dei tassi ufficiali americani hanno rapidamente fatto marcia indietro, in attesa di vedere se ottobre (o più probabilmente dicembre) sarà la volta buona o se se ne parlerà l’anno venturo.

Al momento in Italia chi vuole sottoscrivere un mutuo può farlo, orientativamente, con un Taeg tra il 2,2% e il 2,8% nel migliore dei casi per un mutuo a tasso fisso, ovvero tra l’1,3% e l’1,5% per un mutuo a tasso variabile. Chi ha optato per questa seconda ipotesi negli anni passati si gode una situazione ideale, in cui spesso la rata vede la quota di rimborso del capitale essere pari o superiore a quella degli interessi già dopo pochi anni dall’accensione del mutuo (cosa anomala, perché di solito si verifica negli ultimi anni del contratto), chi ha scelto il tasso fisso sta comunque tranquillo e semmai può pensare di optare passare ad un secondo mutuo a tassi più vantaggiosi grazie alla portabilità a costo zero dei mutui stessi.

Tutto bene, finché andrà bene? Solo in parte, visto che, dati alla mano, nei primi otto mesi del 2015 è proseguito il boom dei mutui di surroga, che ormai rappresentano il 63,1% delle erogazioni totali (mentre il 29,7% dei mutui è servito per l’acquisto della prima casa), in ogni caso quasi tutti a tasso fisso (il 72,3% dell’erogato) visto che il tasso variabile, in vista di futuri e per ora ulteriormente procrastinati rialzi è in deciso calo rispetto allo scorso anno (24,9% del totale). A non far dormire troppo tranquilli coloro che un mutuo ce l’hanno già e vorrebbero approfittare della prolungata fase di bonaccia sui tassi per passare ad un contratto con minori oneri è la notizia del recepimento (lo scorso 2 luglio) da parte dell’Italia, con una legge delega, della direttiva europea Mcd (Mortage credit directive) che andrà trasformata in decreto entro il prossimo 21 marzo 2016.

Le associazioni dei consumatori temono che la direttiva, che per l’Unione europea dovrebbe “migliorare le condizioni per l’instaurazione e il funzionamento del mercato interno” definendo standard qualitativi comuni e avvicinando le differenti legislazioni nazionali, impedendo tra l’altro pratiche scorrette come la vendita abbinata di alcuni prodotti finanziari e assicurativi (il caso tipico è quello delle polizze vita fatte sottoscrivere a chi contrae un prestito o un mutuo per garantire alla banca il rimborso del credito) “che possono indurre i consumatori a concludere contratti di credito non rispondenti al loro interesse”, possa finire con l’indurre le banche ad applicare nuovi e, forse, vecchi balzelli.

E’ il caso, in particolare, proprio delle penali per estinzione anticipata o surroga, eliminate dal decreto del febbraio 2007 voluto dall’allora ministro Pierluigi Bersani e all’epoca solitamente tra l’1,5% e il 2% del debito residuo. A seguito di tale liberalizzazione che portò appunto all’attuale portabilità del mutuo, anche per i mutui stipulati prima di tale data l’Abi e le associazioni di consumatori avevano concordato penali meno gravose, che ora paiono nuovamente a rischio.

Ma l’allarme contro “l’Europa delle banche è giustificato? Dipende: il testo della direttiva, all’articolo 25, non parla espressamente di penali, ma concede ai singoli stati membri la facoltà, non l’obbligo, di “prevedere che il creditore (ossia la banca, ndr) abbia diritto, laddove giustificato, ad un indennizzo equo e obiettivo per gli eventuali costi direttamente connessi al rimborso anticipato” e purché l’indennizzo non sia “superiore alla perdita economica sofferta dal creditore”.

Nel rispetto di tali condizioni, secondo la Ue, “gli Stati membri possono prevedere che l’indennizzo non possa superare un determinato livello o sia consentito soltanto per un certo periodo”. Tutto è insomma nelle mani dei singoli governi nazionali, cui spetterà di determinare quando le banche possano nel concreto aver diritto all’indennizzo oltre che soglia e limiti dello stesso.

Se ben soppesato un simile provvedimento ridurrebbe certamente la “vivacità” del fenomeno delle surroghe, evitando forse che un eccesso di concorrenza finisca con l’offrire condizioni di accesso al credito “stracciate” indipendentemente dal merito di credito del richiedente, ma non lo eliminerebbe del tutto, anche perché non converrebbe neppure alle banche stesse, visto che proprio alle surroghe si deve la ritrovata crescita del mercato dei mutui da inizio anno (e prestare anche a tassi del 2% o 3% è certamente meglio che tenere i soldi in titoli di stato che continuano a rendere poco più di zero).

Nell’incertezza, tuttavia, l’unica cosa certa è che chi è in grado di trovare un’offerta migliore del mutuo già in essere farà meglio ad affrettarsi a sottoscriverla; per tutti gli altri si tratterà di valutare ancora più attentamente le condizioni offerte e le prospettive del futuro andamento dei tassi e degli spread. Facile prevedere a questo punto che l’amore per il tasso fisso si manifesterà ancora più intensamente, permettendo agli italiani di mettersi al riparo da brutte sorprese e alle banche di incamerare interessi più elevati che andranno a rafforzare bilanci nel complesso ancora deboli.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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