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Multa da 8 milioni di euro per Gls, l’Antitrust: “Pratiche green poco trasparenti”

L’Antitrust ha comminato una sanzione da 8 milioni di euro alle società General Logistics Systems B.V., a capo del gruppo Gls in Europa, General Logistics Systems Italy e General Logistics Systems Enterprise. L’Agcm avrebbe riconosciuto una serie di condotte, legate alle iniziative di sostenibilità dell’azienda, che integrerebbero una “pratica commerciale scorretta”.
A cura di Eleonora Panseri
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Deposito Gls - immagine di repertorio.
Deposito Gls – immagine di repertorio.

L'Antitrust, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha comminato una sanzione da 8 milioni di euro alle società General Logistics Systems B.V., a capo del gruppo Gls in Europa, General Logistics Systems Italy e General Logistics Systems Enterprise. Lo ha fatto sapere l'Agcm stessa in una nota.

Per tutta una serie di motivazioni l'Antitrust avrebbe riconosciuto una serie di condotte, legate alle iniziative di sostenibilità dell'azienda, che integrerebbero una "pratica commerciale scorretta" in violazione del Codice del consumo.

Secondo quanto riferisce l'Antitrust, infatti, sarebbe stato accertato che "l'iniziativa di sostenibilità ambientaleClimate Protect‘, con cui Gls – gruppo importante e noto – ha costruito la propria immagine green è stata organizzata, finanziata e comunicata senza la trasparenza, il rigore e la diligenza richiesti a operatori di un settore molto inquinante, quale quello della spedizione, trasporto e consegna di merci", come si legge nella nota.

"Tenuto conto che la crescente consapevolezza sulle problematiche ambientali influenza in maniera sempre più decisiva i comportamenti di acquisto e la reputazione delle imprese rispetto ai propri concorrenti", spiega l'Autorità, "è stato appurato che, nell'ambito del programma di sostenibilità ambientale realizzato da General Logistics Systems B.V., le tre imprese hanno utilizzato dichiarazioni ambientali ambigue e/o presentate in modo non sufficientemente chiaro, specifico, accurato, inequivocabile e verificabile sul sito web di General Logistics Systems Italy".

Sarebbe emerso, inoltre, che "ai clienti abbonati ai servizi di General Logistics Systems Enterprise veniva imposto di aderire a questo programma e di pagare un contributo economico così da ottenere un certificato, non richiesto, attestante l'avvenuta compensazione delle emissioni di CO2 relative alle rispettive spedizioni", prosegue la nota.

Questo contributo "è stato definito prescindendo da una previa verifica dei costi riconducibili al programma ‘Climate Protect', esonerando dal pagamento i clienti di grandi dimensioni e lasciando intendere che le stesse società del gruppo avrebbero contribuito in modo significativo al suo finanziamento".

Sarebbe invece risultato che le società del gruppo Gls, avrebbero non solo riversato tutti gli oneri economici legati al programma sui propri clienti abbonati e sulle imprese di spedizioni affiliate alla rete di General Logistics Systems Italy, ma avrebbero anche incassato contributi maggiori dei costi sostenuti per attuare il programma.

Inoltre, le comunicazioni trasmesse ai clienti abbonati e alle imprese affiliate e le certificazioni sulle compensazioni delle emissioni di CO2 rilasciate a clienti e imprese per le proprie spedizioni sarebbero risultate ingannevoli, ambigue e/o non veritiere.

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