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Opinioni

Mps apripista della svendita delle banche italiane

Fondazione Mps cala al 12% nel capitale di Mps, ormai pronto all’aumento di capitale da 3 miliardi di fine maggio. Ma Siena è solo l’apripista di una serie di richieste delle banche italiane che preparano nuovi tagli al personale per riportare in nero i bilanci…
A cura di Luca Spoldi
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La stagione dei saldi si avvicina per le banche italiane, che si preparano a chiedere almeno 8,5 miliardi di euro al mercato (l’ultima ad aver annunciato un aumento, 500 milioni di euro da raccogliere entro giugno, è Veneto Banca, che in più convertirà in azioni un prestito convertibile da 350 milioni, nel tentativo di restare autonoma), con Mps che guida il gruppo dei questuanti con 3 miliardi da raccogliere già a fine marzo, Banco Popolare che ne chiederà 1,5 miliardi (tra il 31 marzo e il 17 aprile), Popolare Vicentina che ha messo in preventivo di raccogliere fino a 1 miliardo con due operazioni (700 milioni di euro saranno offerti in opzione agli azionisti attuali e ai detentori di obbligazioni convertibili, altri 300 milioni saranno offerti a nuovi soci), Banca Carige che potrebbe chiederne fino a 800 milioni in giugno, Bpm (nella prima metà di aprile), Popolare Bari (che ha rilevato Tercas) e appunto Veneto Banca che staccheranno un assegno da 500 milioni, Credito Valtellinese che punta a raccogliere 400 milioni tra maggio e giugno, Popolare Sondrio che chiederà 350 milioni (nell’ambito di un aumento misto), Banco Desio che dovrebbe chiederne a breve sino a 150 milioni dopo aver rilevato la Popolare di Spoleto.

Operazioni che dovrebbero essere “a sconto” per garantire la più alta adesione possibile da parte degli investitori (per Bpm, già in rampa di lancio, gli analisti si attendevano fino a stamane uno sconto attorno al 20%-25% rispetto agli attuali prezzi di borsa) e che potrebbero vedere l’uscita di scena di alcuni azionisti di controllo: è il caso di Mps e potrebbe esserlo di Banca Carige. L’istituto senese ha visto la Fondazione Mps (che ancora a inizio marzo era socia al 31,48%) collocare titoli a più riprese nelle ultime settimane e scivolare al 12%, un livello che dovrebbe essere ormai quasi definitivo e che ha nuovamente riempito le casse di Palazzo Salimbeni estinguendo il debito bancario accumulatosi.

Con circa 300 milioni di contante e vendendo una piccola parte dei suoi diritti la Fondazione, secondo i calcoli di Equita Sim, potrebbe rimanere socia con circa l’11% del capitale di Mps post aumento, vale a dire oltre il doppio della quota (poco meno del 5,8%) rilevata da BlackRock, punta di diamante di una pattuglia di fondi tutti sotto la soglia rilevante del 2% che vede anche la sicura presenza di Vanguard (tra l’1,3% e l’1,9%), Putnam, Rothschild e Swiss Life (attorno al mezzo punto a testa o poco meno). Presenze che non possono certo intendersi come azionisti stabili, trattandosi di intermediari che hanno voluto approfittare delle comunque modeste quotazioni del titolo, che attorno ai 24 centesimi ha sì recuperato un 18% rispetto a un anno fa, ma resta ad una frazione degli 1,74 euro a cui trattava a fine settembre 2008 prima dell’esplodere della crisi finanziaria mondiale.

E’ infatti opinione diffusa a Piazza Affari che BlackRock e soci possano passare la mano nel momento in cui titoli che potrebbero essere mantenuti in portafoglio (se l’aumento dovesse avvenire intorno ai 19-20 centesimi per azione) ad un prezzo di carico attorno ai 21-22 centesimi dovessero salire sopra i 36-40 centesimi l’uno, ipotesi che non è certo all’orizzonte nell’immediato ma non pare inverosimile se dopo un’ulteriore giro di licenziamenti si procedesse a un ultimo “spezzatino” del gruppo o al passaggio del controllo a un nuovo azionista in grado di prendere il testimone dalla Fondazione.

Del resto il piano industriale 2014-2017 presentato a novembre prevedeva 8 mila esuberi e la chiusura di 440 filiali ma a marzo erano già uscite 3.800 risorse, 1.100 delle quali con l’esternalizzazione delle attività di back office, ed erano state chiuse 400 filiali. Se fosse necessario Fabrizio Viola e Alessandro Profumo potrebbero ulteriormente limare la struttura per ridurre i costi e agevolare il ritorno alla profittabilità. Un’eventualità remota al momento ma che eventuali imprevisti, sempre dietro l’angolo (stamane, ad esempio, Fondazione Mps ha dovuto chiarire in una nota che la verifica compiuta in giornata dalla Guardia di Finanza per conto della Consob è stata “finalizzata all’acquisizione di informazioni e documenti relativi alle trattative formali ed informali sulla cessione di una parte della quota detenuta in Banca Mps e sull’operatività in azioni relative al corrente mese”), potrebbero far tornare d’attualità.

Sullo sfondo l’intero settore bancario italiano si prepara a un pesante tributo in termini occupazionali, con migliaia di posti a rischio e centinaia di filiali destinate a chiudere i battenti entro l’anno. Se per funzionari e dirigenti di filiale con consolidate relazioni con la clientela è prevedibile una trasformazione in private banker o promotori finanziari, per le mansioni meno qualificate il rischio è quello di andare ad ingrossare le file di un precariato che da fenomeno eccezionale sta assumendo sempre più le sembianze di una caratteristica strutturale del mercato del lavoro italiano, senza che agli italiani stessi siano stati dati gli strumenti culturali, economici e normativi per avviare quel processo di riqualificazione e “auto imprenditorialità” di cui troppo spesso i politici di tutti i colori si riempiono la bocca nei talk televisivi. Anche in questo caso Mps potrebbe essere a breve uno dei primi banchi di prova per “fiutare l’aria” che tirerà nei prossimi anni.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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