Moody’s: “La Grecia è in default”
La Grecia è salva, ma non per le agenzie di rating: la conversione del debito e lo scambio obbligazionario vengono infatti considerate un default tecnico. Moody's, in una nota, ha fatto sapere che, a seguito dello swap del debito greco, ritiene che il Paese ellenico "abbia fatto default". I bond regolati dalla legislazione greca, scaduti l'8 marzo, e quelli regolati dalla normativa internazionale, con scadenza 28 marzo, entreranno quindi nelle statistiche di fallimento di Moody's.
Il fallimento tecnico e il possibile prestito del Fmi- L'agenzia di rating è rimasta quindi indifferente di fronte al tasso di adesione allo swap superiore all'85% e alla decisione dell'esecutivo ellenico di avvalersi delle clausole di azione collettiva, che innalzeranno il tasso di adesione fino alla percentuale del 95,7%. Come Moody's, anche l'Isda ("Intenational swaps and derivatives association") ha certificato che l'attivazione delle clausole collettive da parte del governo greco va considerato un credit event, cioè un fallimento tecnico e che quindi la Grecia sarà tenuta al pagamento di alcuni prodotti finanziari contro il fallimento (credit default swaps): in soldoni si parla di 3 miliardi e rotti. In ogni caso, il Fondo monetario internazionale s'è detto disponibile ad erogare alla Grecia un nuovo prestito da circa 38 miliardi di euro. Il Presidente del Fondo Christine Lagarde, dopo aver consultato il Consiglio esecutivo del Fmi, ha ha parlato di un possibile accordo con Atene al fine di "sostenere l'ambizioso programma economico della Grecia ne prossimi quattro anni".
Le prossime (e decisive) tappe- Per Atene, però, la strada da percorrere è ancora lunga, anche se il debito che hanno in mano i privati è stato praticamente dimezzato (da 206 a 100 miliardi) e i 130 miliardi di aiuti di Europa e Fmi sono stati di fatto sbloccati. Decisivi saranno gli appuntamenti dei prossimi giorni. Lunedì prossimo l'Eurogruppo potrebbe dare il definitivo via libera al secondo programma di aiuti per Atene, giovedì il Fmi deciderà quanto investire nel piano di salvataggio. Per il 20 marzo, poi, è prevista la prima operazione di rimborso dei bond dopo lo swap; per il 23, poi, è fissata la scadenza della proroga per aderire allo swap sui bond ellenici che sono soggetti a normative estere. Negli ultimi 2 giorni del mese, il 30 e il 31 marzo, infine, i Ministri delle Finanze europee dovrebbero decidere sul rafforzamento del Fondo salva Stati.