Mes, l’Olanda torna a chiedere condizioni sul fondo Salva-Stati
Venerdì prossimo l'Eurogruppo si riunirà per ratificare le caratteristiche della linea di credito del Meccanismo europeo di stabilità, indicato dagli Stati membri nel pacchetto di risposte dell'Ue all'emergenza coronavirus. Non è stato semplice raggiungere un'intesa, con i Paesi del Mediterraneo, tra cui l'Italia, che chiedevano iniziative straordinarie, e Paesi rigoristi che invece spingevano per ricorrere a strumenti già esistenti e, soprattutto, regolati. Il dibattito si è concentrato sul Mes. Roma pretendeva che il fondo Salva-Stati venisse utilizzato senza le clausole che normalmente sussistono nel richiedere un prestito e che in questa situazione senza precedenti avrebbero pesato sui Paesi più colpiti. Altri Stati, in primis l'Olanda, invece premevano per un utilizzo regolato, nel timore che la risposta alla pandemia si trasformasse in una mutualizzazione del debito pubblico. Alla fine si è raggiunto un accordo che prevede una linea di credito senza condizionalità per le spese sanitarie. Ma a pochi giorni dal nuovo vertice, Amsterdam potrebbe tornare a imporre alcune condizioni per accedere al fondo.
"Alcune condizioni preliminari sono importanti per i Paesi Bassi", si legge in un documento inoltrato al parlamento olandese dal ministro delle Finanze, Wopke Hoekstra. "In primo luogo, come condizione per l'uso della linea di credito, dovrebbe essere incluso nel memorandum d'intesa che i Paesi si impegnino a utilizzarla per sostenere il finanziamento interno dell'assistenza sanitaria diretta e indiretta, la cura e i costi relativi alla prevenzione". Non solo: "In secondo luogo la linea di credito sarà disponibile solo per la durata della crisi Covid-19". Terza condizione: la linea di credito per Stato membro secondo il ministro olandese non deve essere superiore al 2% del Pil come punto di partenza.
Le richieste del ministro olandese
"Quarto, è importante che le procedure per la concessione di finanziamenti da parte del Mes, come previsto dal trattato Mes, vengano adeguatamente monitorate": ciò significa che prima che il consiglio di amministrazione del Mes decida sulla linea di credito devono essere effettuate delle "analisi dei rischi per la stabilità finanziaria, sostenibilità del debito e esigenze di finanziamento". In altre parole un sistema di controlli preventivi, in netto contrasto con la posizione italiana che invece chiede che le verifiche si concentrino solamente sulla destinazione delle spese.
La quinta condizione riguarda le tempistiche di restituzione del prestito. Mentre l'Italia preme affinché i tempi siano dilatati, puntando quindi a prestiti di durata decennale che permettano alle economie dei Paesi colpiti di riprendersi prima di restituire i finanziamenti ricevuti, il ministro olandese chiede che "le linee di credito siano più brevi" rispetto a quelle normalmente erogate dal Mes. "Dopotutto la cosa riguarda prestiti a Paesi che sono anche attivi sul mercato", si legge nel documento. Mercato che, continua il ministro, offre prestiti "a tassi di interesse ragionevoli". Gli Stati che hanno bisogno di finanziamenti, secondo Hoekstra, potranno perfettamente richiederli sul mercato invece che fare affidamento al Mes. Ragion per cui "ci si può aspettare che i prestiti del Mes possano anche essere rimborsati in tempi relativamente brevi".
Un nuovo fronte di trattative
Infine il ministro protesta in merito a quanto proposto dal direttore del fondo Salva Stati, Klaus Regling, che ha suggerito la possibilità di ridurre i tassi di interesse di norma applicati dal Mes. Un'eventualità che Amsterdam è disposta ad accettare solo se questi rimarrranno comunque ai costi sostenuti dallo stesso Meccanismo "per mobilitare le risorse necessarie" all'erogazione dei finanziamenti. "I Paesi Bassi hanno sempre sottolineato l’importanza di queste condizioni politiche, per assicurarsi che gli Stati membri emergano più forti da una crisi economica e finanziaria", ha concluso il ministro. Il prossimo incontro dei ministri delle Finanze europei potrebbe quindi rivelarsi più complesso del previsto. È probabile che si apra nuovamente il fronte delle trattative, in quanto i Paesi del Mediterraneo con un elevato debito pubblico e un quadro economico già di per sé fragile difficilmente accetteranno una risposta comune con condizioni di questo tipo, considerate troppo severe di fronte alla gravità dell'emergenza in corso.