Draghi ribadisce l’irreversibilità dell’euro e spinge sull’unione bancaria
Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, difende l'euro "irreversibile, perché nato dall’impegno dei Paesi europei verso una più stretta integrazione". Lo fa davanti a una platea di economisti americani alla Harvard Kennedy School di Cambridge. Il numero uno dell'Eurotower ha sottolineato come la divisa moneta unica sia "irreversibile" e "chi credeva che sarebbe fallita durante la crisi si sbagliava". Draghi ha poi ribadito l'importanza dell'unione bancaria affermando che "può giocare un rilevante ruolo per rompere il circolo vizioso che c'è in Europa fra le banche e i debiti sovrani". Quando in un mercato unico "avviene la frammentazione del sistema bancario – ha detto Draghi – questo mina non solo l'unicità della moneta, ma anche le condizioni della concorrenza". Ad ogni modo, l'unione bancaria ha anche dell'aiuto della politica fiscale, per Draghi, che allo stesso tempo ha ricordato come i Paesi europei abbiano fatto grandi passi avanti su questo fronte: il deficit primario dell'Eurozona è sceso dal 3,5% del 2009 allo 0,5% del 2012, mentre negli USA era l'anno scorso attorno al 6%. Per il presidente della BCE trasferire poteri a livello europeo in materia fiscale non rappresenta una perdita di sovranità, ma un consolidamento del pilastro fiscale dell'unione, così da rendere anche più efficaci le politiche di bilancio. E per corroborare la sua critica contro i detrattori della moneta unica, ha detto: "L'area euro ha creato più di 600.000 posti di lavoro rispetto agli Usa dal 1999 ad oggi".
