Seduta in gran spolvero a Piazza Affari per il titolo Fiat Chrysler Automobiles. Ad un giudizio positivo giunto già venerdì sera da parte della banca d’affari americana Goldman Sachs, che ha confermato il proprio giudizio “buy” (acquistare) sul titolo alzando da 16,5 a 17,5 dollari per azione (circa 16,61 euro) il target price a 12 mesi grazie a migliori stime sui risultati dell’esercizio appena avviato, si è infatti aggiunta la notizia di un investimento da 1 miliardo di dollari per modernizzare alcuni impianti produttivi negli Stati Uniti.
La notizia ha un importante impatto “politico” oltre che industriale: grazie al rinnovamento, infatti, gli impianti di Warren, Detroit, saranno in grado di produrre il modello di pickup Ram Heavy Duty oggi assemblato a Saltillo, in Messico oltre alle versioni rivisitate dei Suv a marchio Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer mentre un pickup totalmente nuovo sarò costruito a partire dal 2020 in un nuovo impianto a sud di Toledo, Ohio.
Con questa mossa Marchionne crea 2 mila nuovi posti di lavoro negli Usa e viene così incontro alle richieste del presidente eletto Donald Trump, che subito lo ringrazia con un tweet (“finalmente sta accadendo – Fiat Chrysler Automobiles annuncia di voler investire 1 miliardo di dollari negli impianti in Michigan e Ohio, aggiungendo 2 mila posti di lavoro”).
Potrebbe bastare questo e la probabile futura benevolenza della Casa Bianca verso il gruppo italo-americano a giustificare la buona giornata del titolo, ma il manager in maglioncino blu come un consumato giocatore di poker prova ad andare in “all in” e da Detroit, in visita al salone dell’auto, commenta: un’eventuale partnership tra Fca e General Motors potrebbe piacere a Trump.
Considerando che Marchionne ha poi confermato la sua uscita dal gruppo una volta approvato il bilancio dell’esercizio 2018 (un traguardo che dovrebbe vedere il gruppo raggiungere i 9 miliardi di utili operativi, 5 miliardi di cassa e 5 miliardi di utili netti “adjusted”, con la possibilità di un ritorno al dividendo anche prima di tale data), l’eventuale partnership cui il manager aspira da anni, finora senza successo, potrebbe essere all’orizzonte nei prossimi 24 mesi?
Difficile dirlo, ma certo alla borsa l’idea piace non poco anche se inevitabilmente l’eventuale fusione sarebbe di fatto una vendita dell’ennesimo asset italiano all’estero. In attesa di vedere se Trump benedirà un matrimonio Fca-GM, potrebbero esserci cessioni o altri scorpori come quello di Ferrari in arrivo per il gruppo? In parte forse sì.
Se riguardo Alfa Romeo e Maserati, Marchionne ha ribadito che non è nei piani, in merito alla possibile cessione di Magneti Marelli, che pochi mesi fa era sembrata interessare al gruppo coreano Samsung (poi distolto dai problemi legati al ritiro del Galaxy Note 7) ha chiosato: “la domanda è se è essenziale per Fca. La risposta è no” ha concluso, confermando così indirettamente che una cessione è nell’ordine delle cose.